Il presente contributo è un approfondimento sulla formazione SS responsabile dei crimini del settembre 1943 sul Lago Maggiore. L’articolo scritto da Raphael Rues, è apparso originariamente nel 2018 sulla rivista Nuova Resistenza Unita della Casa della Resistenza di Fondotoce. Questo articolo rappresenta la sintesi di una più ampia ricerca, ancora in corso, condotta dall’autore nell’ambito della sua tesi di Dottorato in Storia Moderna presso la University of Leicester, Inghilterra, relativa alle attività delle formazioni tedesche e fasciste nella regione dell’Ossola e del Verbano dal settembre 1943 all’aprile 1945. L’autore può essere contattato a questo link.
Introduzione
La divisione Leibstandarte SS Adolf Hitler è uno dei soggetti più pubblicizzati del Terzo Reich, prossimo a una dimensione tanto mitologica e apocrifa quanto distante dalla realtà. Sepp Dietrich –il responsabile della divisione fino al 1943 – e gli ufficiali subalterni Jochen Peiper, Kurt “Panzer” Meyer, Max Wünsche vennero ampiamente usati dalla propaganda del Reich e lo sono tuttora altrettanto nella pubblicistica del dopoguerra. Una profusione di volumi–spesso poco critici e superficiali se non addirittura revisionisti – dovuta non solo al fatto che tale unità fu la più longeva delle Waffen-SS, ma soprattutto a un’immagine apologetica del suo operato, in particolare sul fronte orientale. La componente blindata di questa divisione, in particolare, – i cosiddetti Panzer– ha assunto nel corso degli ultimi anni una dimensione ipertrofica, offuscando completamente la scia di sangue e i crimini di guerra che questa unità commise in tutta l’Europa contro ebrei, civili e prigionieri di guerra alleati. Per quanto molte siano le pubblicazioni sulla Leibstandarte, poco è stato specificatamente ricercato sul I battaglione SS Panzer Grenadier Regiment 2 LSSAH, responsabile principale dell’eccidio di almeno 57 ebrei sul Lago Maggiore durante l’autunno 1943.
Genesi della Leibstandarte
La ragione che portò alla creazione della Leibstandarte, in tedesco arcaico “guardia del corpo”, fu la consapevolezza che la sicurezza fisica di Adolf Hitler fosse precaria e che il Führer necessitasse di maggiore protezione. Numerosi furono infatti gli attentati alla sua persona cosicché nel settembre 1933, dopo tredici tentativi di assassinio, la classe dirigente del partito nazionalsocialista (NSDAP) decise di creare una “guardia del corpo”. Il Reichsführer-SS e responsabile della polizia di tutti i Länder Heinrich Himmler affidò il comando della Leibstandarte a Josef “Sepp” Dietrich, personaggio poliedrico ma rozzo. Bavarese, fervente nazista di umilissime origini, aveva vissuto fino ad allora svolgendo diversi mestieri, lavorando come macellaio e carpentiere itinerante oltre che a Zurigo anche in Italia, esperienza che gli permise di acquisire un’infarinatura della lingua italiana.
A partire dal 1934, dopo la ‘notte dei lunghi coltelli’, vi fu una crescita esponenziale degli effettivi di questa unità. Tutti gli ufficiali attivi sulle sponde del Lago Maggiore fecero parte del nucleo iniziale, fondato su un intenso indottrinamento ideologico, impregnato di una convinzione politica basata esclusivamente sulla persecuzione razziale. Hans Röhwer (Meina), Gustav Knittel (Domodossola) e Friedrich Bremer (Baveno) seguirono addirittura lo stesso corso di formazione SS-Junkerschule –scuola per cadetti– di Bad Tölz, Baviera meridionale.
Friedrich Bremer
(1919-1966)Gustav Knittel
(1914-1976)Hans Roehwer
(1915-1995)
Il curriculum formativo combinava l’istruzione al combattimento a lezioni di politica mondiale, di cultura nazionalsocialista, di conoscenza della razza ariana e nozioni sulla supremazia della razza nordica. Un vero e proprio lavaggio del cervello nazista, impartito ad ogni singolo ufficiale della Leibstandarte.
Il 5° Wachbataillon LSSAH all’origine dell’unità che arriva sul Verbano
Dall’inizio del conflitto la LSSAH vide il suo impiego in Polonia, Olanda, Francia, Balcani, Grecia e Russia in modo fanatico, incessante e con forti perdite umane e materiali –s empre largamente superiori a quelle della Wehrmacht. L’accentuarsi del conflitto spinse a un rafforzamento dell’unità, cosicché a partire dal 16 dicembre 1941 venne creato a Berlino il 5° Wachbataillon – battaglione di guardia – composto da complementi del battaglione di riserva dello stesso reggimento, essenzialmente militi in convalescenza per le ferite riportate in combattimento oppure trasferiti da altre unità. Il comando venne assegnato al trentenne maggiore Ugo Kraas. Hans Becker – che comanderà sulla carta il battaglione schierato sul Lago Maggiore – era a quel tempo solo un tenente.
Sepp Dietrich (1892-1966), Hans Becker (1911-1944) Hugo Kraas (1911-1980) Gottfried Meir
Nella sua compagnia, la 2a , vi era come comandante di sezione un altro trentenne, il tenente Gottfried Meir. Friedrich Bremer, solamente ventiduenne, era invece comandante di sezione – maresciallo maggiore nella 4a compagnia mitragliatrici pesanti.
Il primo impiego del battaglione – con circa 800 effettivi – si ebbe nella zona di Leningrado, tra i laghi Ladoga e Illmen. L’unità venne rapidamente – ma senza adeguato equipaggiamento invernale – aerotrasportata il 28 febbraio 1942 e schierata con fatica a causa delle gravi condizioni meteorologiche. La situazione bellica in questo frangente fu difficile dato che le forze sovietiche passarono per la prima volta al contrattacco simultaneamente sui tre fronti orientali – nord, centro e sud. Il duro inverno combinato con l’ostinazione di Hitler a non applicare una difesa elastica portarono a inutili ma ingenti perdite. Il disgelo con il fango portò anche i primi casi di malaria e difterite. Il 10 giugno 1942 il battaglione venne ritirato dal fronte di Leningrado e riposizionato a Stalino, nell’attuale Ucraina orientale, all’interno del Gruppo d’Armata Meridionale comandato dal generale–feldmaresciallo Erich von Manstein.
Il battaglione in Francia e nell’Ucraina: periodo dall’estate 1942 all’estate 1943
Il soggiorno in Ucraina fu breve: dal 12 luglio 1942 l’intera divisione LSSAH venne infatti schierata in Francia, una manovra preventiva all’invasione alleata del Marocco e dell’Algeria. Il battaglione stabilì il proprio posto di comando a Francheville nei pressi di Lione. Da rapporti di disertori tedeschi della LSSAH rinvenuti nell’archivio federale a Berna, questo periodo venne utilizzato per un’intensa fase di addestramento che permise l’integrazione dei nuovi rimpiazzi e del materiale di ricambio. Dal 22 gennaio 1943 il battaglione di Kraas venne rispedito sul fronte orientale, inizialmente a nord-est di Voronezh, poche settimane più tardi nel settore meridionale di Kharkov, il tutto in condizioni climatiche proibitive. Il battaglione ricoprì un ruolo importante nella terza battaglia di Kharkov– dal 19 febbraio al 23 marzo 1943 –, l’ultima grande vittoria tedesca della seconda guerra mondiale. I combattimenti di Kharkov procurarono alla LSSAH la perdita di ben 4.373 militi, ovvero il 44% dell’effettivo originale. Nella stessa città si trovava anche il generale Willy Tensfeld, che dal 1941 coordinava come comandante delle SS e della Polizia tutto il settore, occupandosi delle attività antipartigiane e delle operazioni di sterminio contro la popolazione ebraica.

il terzo da sinistra Karl Wolff
Dal gennaio 1944 ritroveremo Tensfeld in Piemonte, alla testa del comando regionale per la lotta alle bande, responsabile di tutti i rastrellamenti in quella zona. Il battaglione prese ancora parte all’operazione Zitadelle – dal 5 al 16 luglio 1943 – conosciuta come la battaglia di Kursk. Lo scontro sisvolse nell’ambito della terza offensiva estiva sferrata dai tedeschi il 5 luglio 1943 sul fronte orientale. Dodici giorni di violenti combattimenti, che permisero un’importante vittoria delle forze sovietiche, vanificando il successo tedesco, precedentemente ottenuto nella terza battaglia di Kharkov, e consegnando definitivamente l’iniziativa delle operazioni sul fronte orientale all’Armata Rossa. Un aspetto determinante nel risultato finale di Kursk fu la scriteriata decisione di Adolf Hitler, presa il 12 luglio come reazione allo sbarco alleato in Sicilia, di riposizionare tra l’altro la Leibstandarte in Italia, togliendo importanti forze allo slancio tedesco su questo fronte.
La Leibstandarte in Italia ed in particolare sul Lago Maggiore
A seguito delle ingenti perdite sul fronte di Kharkov si erano registrati ulteriori avvicendamenti ai vertici del battaglione. Theodor Wisch assunse il comando della divisione Leibstandarte in sostituzione di Dietrich, il quale aveva rilevato il comando del I SS-Panzerkorps. Il maggiore Ugo Kraas, promosso a tenente colonnello, assunse il comando del secondo reggimento. Il capitano Becker, comandante della 2a compagnia, dopo aver ottenuto la Croce di Cavaliere, conferitagli personalmente da Dietrich il 28 marzo 1943, assunse il comando del I battaglione. Venne nominato suo sostituto il capitano Hans Röhwer, due anni prima solo semplice comandante di sezione. Nella 1a compagnia era arrivato Max Sterl, il quale aveva sostituito il primo tenente Hausdorf, disperso in combattimento a Kharkov. Il comando della 2a compagnia era stato rilevato da Gottfried Meir. La 3a compagnia venne anch’essa ricomposta completamente e il suo comando affidato a Hans Krüger. Nella 4a compagnia Friedrich Bremer aveva sostituito il primo-tenente Waldow, anch’egli disperso nel febbraio a Kharkov. Mentre nella 5a compagnia Schnelle era avanzato al ruolo di comandante.

Per una questione di semplicità sono omesse le tappe finali (Ardenne, Ungheria, Austria).
Copyright: Ekaterina Rues, Insubrica Historica.
La divisione LSSAH, dopo sette mesi di fronte orientale, venne trasferita in Italia per fronteggiare la crisi generata dallo sbarco degli alleati in Sicilia – 10 luglio 1943 – e dalla caduta di Mussolini – 25 luglio 1943 –. Dopo aver transitato da Innsbruck, Trento, Verona il battaglione si portò nel perimetro di Reggio. A giornate di guardia seguirono giornate di formazione e ripristino del materiale. All’inizio di settembre il battaglione rimaneva distanza nel versante settentrionale del crinale Appenninico, inserito nel gruppo di armate B al comando del feldmaresciallo Erwin Rommel. La sera dell’8 settembre 1943 il generale Pietro Badoglio comunicò l’armistizio concordato con le forze alleate.
Già giovedì 9 settembre l’intera divisione LSSAH aveva catturato ben 333 ufficiali e 7.600 soldati italiani, perdendo nello stesso frangente solo nove militi e registrando 45 feriti. Il 13 settembre il battaglione ricevette l’ordine ‘…Befehl, den Raum zwischen Lago Maggiore und Schweizer Grenze zu säubern…’, ovvero di ripulire il territorio fra il Lago Maggiore e la Svizzera. Il battaglione del capitano Becker passò quindi da Pavia, Milano e Sesto Calende per arrivare sulle sponde del Lago Maggiore.
Dinamica degli eccidi sul Lago Maggiore
Il 13 settembre il capitano Becker si trovava in congedo in Germania, rimpiazzato dal suo sostituto, il ventinovenne capitano Hans Röhwer. Röhwer occupò con un esiguo effettivo non superiore ai 400-500 militi – dato che molti erano in congedo nel Reich – tutti i maggiori centri abitati della regione del Lago Maggiore. Nell’arco di tempo dal 13 al 22 settembre il battaglione perpetrò l’eccidio di almeno 53 ebrei. Più che una razzia appare piuttosto, dal numero di ebrei uccisi per giornata, una mirata caccia all’uomo, condotta da un esiguo gruppo, pur sempre della LSSAH.

L’operato di questo gruppo criminale, composto da una trentina di militi, si estese anche al sistematico saccheggio della regione: le vittime vennero depredate di merci, oggetti e conti bancari per un valore complessivo – in valuta odierna – di almeno EUR 1.600.000.–(allora nel 1943 Lit. 3.000.000). A partire dal 23 settembre il grosso del battaglione lasciò la zona alla volta di Torino-Cuneo, sostituito dal reparto esploratore del II battaglione del Pz.Rgt.1 LSSAH,comandato dal capitano Gustav Knittel e precedentemente impiegato nella zona di Cuneo. Tale unità – che non apparteneva al battaglione di Becker/Röhwer – si stabilì inizialmente a Domodossola presso l’albergo Corona di Piazza Cavour, per poi trasferirsi pochi giorni dopo presso villa Ceretti a Masera. Knittel lasciò la regione dopo tre settimane, la sua unità non partecipò direttamente agli eccidi limitandosi a raccogliere e deportare soldati sbandati alleati, catturati anche negli ospedali della zona, come avvenne ad esempio il 29 settembre a Domodossola per un sergente americano.

rinvenuto a Pallanza. Fonte immagine: Leonardo Parachini, Pallanza
Dopo il 23 settembre del battaglione rimase ancora a Intra solo due compagnie: 1a al comando del tenente Josef “Jupp” Diefenthal (1915-2001) e la 2a compagnia, comandata dal primo tenente Gottfried Meir, responsabile dello sterminio dei quattro componenti della famiglia ebrea Ovazza. Il comandante della divisione LSSAH, il colonnello Theodor Wisch,venuto a conoscenza degli eccidi sul lago, informò il feldmaresciallo Erwin Rommel e ordinò prontamente l’apertura di un’inchiesta penale per i fatti di Meina. Furono inviati sul luogo i due giudici militari della Leibstandarte, i maggiori Christian Jochum e Gerhard Franz, i quali rapidamente, a partire dall’ottobre 1943, indagarono senza arrivare tuttavia a determinare i responsabili.

La LSSAH non stazionò a lungo in Italia: già a inizio ottobre, anche per volontà della stessa amministrazione della Wehrmacht tedesca di Novara, ne venne pianificata la partenza per il fronte orientale. In effetti l’attività criminale della LSSAH creava imbarazzo nei vertici tedeschi della provincia. Dal rapporto sulla situazione del 21 ottobre della Militärkommandantur di Novara, il maggior generale Fritz Ebeling osservava :
‘…L’opinione della popolazione civile sul comportamento della truppa (soprattutto formazioni SS) è stato negativamente influenzata. In alcuni luoghi degli ebrei sono stati uccisi, in altri luoghi rapiti (sembra addirittura ebrei appartenenti ad altre nazioni). In zona Lago Maggiore sono stati ripescati alcuni corpi di ebrei (con pietre ai piedi). Le proprietà degli ebrei come i loro depositi bancari sono stati asportati. In altri casi le unità delle SS hanno preso senza pagare oggetti e beni alimentari, di modo che una Platzkommandantur ricevette una fattura perstoffe delvalore di 300.000 lire….‘
Il 20 ottobre 1943 il comando della divisione ricevette quindi un repentino ordine di marcia per il trasferimento verso il fronte orientale.
Il periodo posteriore al Lago Maggiore
Dopo aver perso la battaglia di Kursk nel luglio 1943 vi fu un collasso del fronte meridionale diretto dal Gruppo d’Armata Meridionale,che portò ad una massiccia ritirata delle truppe tedesche. A fine settembre 1943 le truppe sovietiche avevano raggiunto il fiume Dnjepr e il 6 novembre 1943 avevano ripreso la città di Kiev. Il fronte sovietico si estendeva ancora per 150 km ad occidente,verso la Galizia. Dall’Italia il battaglione fece ritorno sul fronte orientale entrando subito,senza preparazione, in durissimi combattimenti nella zona di Zytomyr, riconquistando momentaneamente la città il 19 novembre 1943.

Hans Becker, ritornato dopo il congedo al comando del battaglione, rimase ferito in combattimento il 27 novembre e venne sostituito per più mesi da Herbert Schnelle. Questi rilevò il comando fino al 13 febbraio 1944, data in cui Hans Röhwer, dopo un congedo, riprese ilcomando del battaglione. Il suo ritorno fu di brevissima durata, il giorno seguente venne infatti gravemente ferito e costretto a lasciare nuovamente il comando, questa volta passato al tenente Karl Gustav Flimberger, il quale a sua volta cadrà in combattimento poche settimane dopo, il 10 marzo 1944.
Röhwer da questo momento non fece più ritorno alla LSSAH e terminò il conflitto con un proprio gruppo di combattimento in Boemia. Di fatto, dopo aver lasciato l’Italia, il battaglione venne pesantemente decimato sul fronte orientale. Nello spazio di tempo di 6 mesi rimaneva ancora il solo 25% degli effettivi originali, la restante parte risultava caduta in combattimento, dispersa oppure gravemente ferita. Alla fine di aprile del 1944 bastarono pochissimi vagoni per avviare quel poco che rimaneva della divisione LSSAH, eliminata al 75% dell’effettivo iniziale, verso le Fiandre in Belgio, precisamente nella zona di Bruges-Gand.
Per l’ennesima volta l’effettivo venne ricomposto, questa volta principalmente con soggetti della Marine e della Luftwaffe rimasti senza mezzi e costretti di conseguenza ad arruolarsi nella LSSAH. Al momento dello sbarco alleato in Normandia – il 6 giugno 1944 – il battaglione venne portato nella zona di Caen. Quello che ne rimase dopo aver cercato, invano, di opporre una strenua difesa nella zona di Avranches per impedire lo sfondamento della 7a Armata di Patton venne preso nella Sacca di Falaise. In quella circostanza il maggiore Hans Becker cadde contro le forze canadesi il 20 agosto 1944, mentre Hans Krüger, lo stesso giorno,venne fatto prigioniero dagli inglesi. Per quello che restava del battaglione l’estate 1944 trascorse rapidamente. Dopo aver passato Amiens – a 120 km a nord di Parigi – il 31 agosto 1944 la LSSAH continuò la ritirata verso la Germania. La zona di Aquisgrana venne raggiunta all’inizio di ottobre. Anche qui la difesa della città durò solo pochi giorni, fino al 25 ottobre, quando la stessa venne abbandonata. Il resto della LSSAH prese posizione nei dintorni di Osnabrück.
Il battaglione partecipò in seguito alla battaglia delle Ardenne. Era ormai ridotta all’osso e i pochi effettivi vennero impiegati all’interno di gruppi dicombattimento ad hoc. Nelle Ardenne riapparve il maggiore Knittel con il suo reparto esploratore, precedentemente attivo a Domodossola. Knittel commise in questo frangente diversi crimini di guerra a est di Malmedy, nella Vallonia, fucilando prigionieri di guerra americani il 21 dicembre 1944 e facendo rappresaglie contro l’inerme popolazione civile.



Dopo il fallimento della controffensiva nelle Ardenne, a partire dalla fine di gennaio il battaglione venne posizionato in Ungheria. Prese parte alle disperate offensive nella zona del lago di Balaton, in sostanza le ultime operazioni su larga scala compiute dalla Leibstandarte. Il reggimento riportò gravi perdite. A partire dal 16 marzo 1945 vi fu anche una controffensiva sovietica di maggiore scala, a cui seguì un rapido collasso del fronte orientale. A partire dal 5 aprile le forze sovietiche avevano già raggiunto Vienna, dove venne condotta una battaglia che durò otto giorni. La Leibstandarte, o meglio quel poco che ne rimaneva, continuò la propria ritirata verso St. Pölten, cittadina rapidamente conquistata dall’armata sovietica il 15 aprile 1945. Il grosso della Leibstandarte si arrese alle truppe americane nella zona delle Prealpi Orientali della Bassa Austria, più precisamente nei dintorni di Reisalpe.
Il periodo dopo il conflitto
La quasi totalità degli effettivi appartenenti alla LSSAH rimase nei campi di prigionia alleati fino al 1948. I gradi inferiorivennero liberati e amnistiati anche prima, potendo così fare ritorno alla vita civile. La partecipazione del battaglione agli eccidi delLago Maggiore portò, a differenza di altri crimini di guerra commessi dalla LSSAH, ad alcuni processi.
L’austriaco Gottfried Meir venne giudicato prima dal tribunale di Klagenfurth – che nel 1954 lo assolse per insufficienza di prove – poi, in contumacia, dal tribunale militare di Torino, che lo condannò all’ergastolo il 2 luglio 1955. Pena mai eseguita perché l’Austria non concesse l’estradizione.
Dieci anni dopo salirono sul banco degli imputati cinque membri del battaglione: Hans Röhwer, Hans Krüger, Karl Schnelle, Oskar Schultz e Ludwig Leithe; Krüger e Schnelle erano stati convocati e subito messi in detenzione preventiva nell’ottobre del 1964. Friedrich Bremer era nel frattempo deceduto percancro durante le fasi preliminari dell’istruttoria.

Il 4 luglio 1968 la Corte d’Assise di Osnabrück inflisse l’ergastolo a Hans Röhwer, Hans Krüger e Karl Schnelle, mentre Oskar Schultz e Ludwig Leithe furono condannati a tre anni di reclusione. Un ricorso presentato dalla difesa nel 1970 ottenne l’annullamento della sentenza a Berlino il 3 aprile 1970 e la messa in libertà di tutti i colpevoli.
Ordre de bataille del I/Pz.Gren.Rgt.2
LSSAH nell’ottobre 1943
Ottobre 1943 | Località / Particolari | |
comandante reggimento | Ostbf. Kraas | ? / reggimento |
19. compagnia pionieri | Ost. Schlott | Novara / reggimento |
comandante battaglione | Hst. Röhwer | Meina |
aiutante battaglione | Ust. Modenhauer Ust. Boldt | Meina? |
comandante 1a cp | Hst. Diefenthal Ust. Sterl | Verbania |
comandante 2a cp | Ost. Meir Ust. Salamon | Verbania |
comandante 3a cp | Ost. Krüger Ost. Teich | Stresa |
comandante 4a cp MG | Ost. Bremer | Baveno |
comandante 5a cp | Ost. Schnelle | Baveno |
reparto esploratore | Hst. Knittel | Domodossola II/Pz.Gren.Rgt.1 LSSAH |
Fonti
La ricostruzione più completa sulle dinamiche degli eccidi sul Lago Maggiore la si può ottenere consultando la rispettiva banca dati della Casa della Resistenza di Fondotoce.
Il blog Fractaliaspei con un mirato articolo dal titolo “L’istruttoria di Osnabrück e il contributo del Comune di Baveno” riporta invece altri informazioni specifiche all’istruttoria per il processo di Osnabrück.
Le migliori fonti storiche sulla Leibstandarte in Italia sono invece di: L. KLINKHAMMER, Stragi naziste in Italia: la guerra contro i civili (1943-44), Roma 1997; C. GENTILE, Settembre 1943.Documentisull’attività della divisione “Leibstandarte-SS-Adolf-Hitler” in Piemonte in «Il presente e la storia», n. 47/1995, pp. 75-130. H. HÖHNE, Der Orden unter dem Totenkopf, Berlino 2002. In particolare si è fatto riferimento al lavoro di J. WESTEMEIER, Himmlers Krieger: Joachim Peiper und die Waffen-SS in Krieg und Nachkriegszeit, Padeborn 2014.
Questo lavoro riporta anche informazioni contenute nella monumentale opera Die Leibstandarte – 6 volumi circa 2.500 pagine – del SS tenente-colonnello Rudolf LEHMANN, dal 1942 al 1944 ufficiale responsabile della sezione operazioni dello stato maggiore della stessa LSSAH. Il lavoro di Lehmann (che si occupò personalmente dei primi tre volumi) fu redatto nel dopoguerra, pubblicato dalla casa editrice di estrema-destra Munin Verlag di Osnabrück, e pur essendo l’opera più ampia sulla LSSAH non corrisponde alla realtà storica. Il lavoro di Lehmann,seppur esaustivo come fonte fotografica,commette diversi errori fattuali e tralascia ogni possibile dettaglio sui crimini di guerra effettuati da questa unità. Rudolf Lehmann apparse tra l’altro come teste nel processo di Osnabrück.