Piroscafo Piemonte: 115 anni di storia sul Lago Maggiore

Avevamo già scritto in precedenza su alcuni aspetti storici della navigazione riguardante il Verbano (Link, 22.6.2018). Cosa non avevamo illustrato è il fatto che la Navigazione Lago Maggiore detiene un primato, ovvero il piroscafo a vapore più antico ancora in servizio sui laghi subalpini.

Il piroscafo a vapore fu costruito dai cantieri della Escher Wyss di Zurigo nel 1903 per conto della Gestione governativa Navigazione Laghi. Il varo del piroscafo, battezzato con il nome Regina Madre, venne fatto l’anno seguente. Il motivo dell’acquisto fu in considerazione dell’apertura del traforo del Sempione nel 1906 e dell’afflusso turistico internazionale sulle sponde del Lago Maggiore.

Subito dall’inizio fu dotato di interni lussuosi – in gran parte ancor oggi nel 2019 presenti – secondo la regola dei piroscafi d’epoca. Il salone di 1a classe, situato sul ponte coperto, era provvisto di finestre panoramiche; il ponte superiore era arredato invece con tavoli e panchine.

Pubblicità del 1906 riguardante il piroscafo “Regina Madre”.

Nel 1923, con l’avvento del poliedrico ing. Giacomo Sutter (1874-1939) a direttore del­la navigazione, si riprese a viaggiare sul Verbano dopo la lunga parentesi bellica. Il costo crescente del carbone e le maestranze occorrenti per mantenere in attività le macchine a vapore (le caldaie dovevano difatti rimanere sotto pressione anche di notte) resero necessario convertire il motore dei piroscafi, ma per le grandi imbarcazioni come il “Regina Madre“ questa trasformazione si riteneva essere proibitiva. Nel frattempo la gestione del “Regina Madre” venne assunta dalla Società Subalpina di Imprese Ferroviaria.

Il “Regina Madre” prese parte alla vicende belliche del 1943-1945. Sopravvisse indenne al bombardamento alleato del 25-26 settembre 1944 tra Luino, Pallanza e Baveno, solo perchè venne pesantemente danneggiato nei combattimenti al confine di Brissago del 2. settembre 1944. A fatica il piroscafo era stato nel frattempo rimorchiato dai fascisti ad Arona. Con il “Torino” fu uno dei pochi battelli in servizio sul Verbano a sopravvivere alla Seconda Guerra Mondiale.

Dopo il conflitto fu ribattezzato “Piemonte”, venendo usato solo ancora sporadicamente. Ben presto il suo mantenimento in esercizio si rilevò troppo oneroso, tanto che fu previsto di disarmare il piroscafo. Ma nel 1950 la Gestione Commissariale, subentrata nel 1948 alla Società Subalpina di Imprese Ferroviaria, dato il valore storico dell’imbarcazione, confidando che questa iniziativa sarebbe stata apprezzata dai turisti e dagli stessi residenti, ne avviò una ristrutturazione.

Piroscafo Piemonte in navigazione, la velocità massima arriva fino a 12 nodi (21.7 km/h).

Il “Piemonte” tornò in servizio nell’aprile del 1950. Sul piroscafo venne sostituito il sistema di alimentazione dei forni, che passò dal carbone alla nafta, riducendo anche di un terzo il personale necessario per far funzionare la macchina a vapore. Tale modifica permise di ridurre notevolmente i costi di gestione e di poterlo così nuovamente utilizzare per le corse di linea. I costi operativi rimasero comunque notevoli: vi era bisogno di un equipaggio di otto persone, invece di 4 impiegati sugli altri battelli. Anche il consumo rimaneva ingente, ben 600 litri contro 120 litri di battelli di una simile stazza.

Piroscafo Piemonte al porto di Intra.

Nel 1963 entrò nuovamente in cantiere per una revisione della parte meccanica e un restauro degli interni che durò ben due anni. I lavori vennero effettuati al cantiere nautico di Arona. Furono degli interventi importanti, tanto che dall’esperienza con il “Piemonte” altri battelli a vapore, soprattutto in Svizzera Interna vennero ripristinati. Per l’occasione sul “Piemonte” venne pure aperto un oblò per permettere ai passeggeri di osservare meglio il movimento delle pale. Ma anche dopo questi lavori, il “Piemonte” continuò ad essere ancora solo usato in maniera molta sporadica.

Nel 2003 venne effettuato un nuovo ammodernamento: il ponte superiore fu trasformato in un’ampia sala panoramica, vetrata e climatizzata, destinata prevalentemente alla funzione di ristorante di bordo. I ponti sono in legni pregiati, quali teak e ciliegio.

Nel 2019 il “Piemonte” è impiegato solamente per corse specifiche
e per noleggi per una media di 4-5 volte all’anno, per la maggior parte del tempo è fermo ad Arona. Il battello è molto complesso da operare, e le operazioni di attracco non sono facili, cosicché un impiego nei servizi di linea è impossibile.

Il “Piemonte”, costruito a Zurigo, rimane comunque la più antica nave a vapore d’Italia ancora in esercizio, con il suo motore originale, anch’esso della Escher Wyss. Ulteriori informazioni si trovano sul seguente sito internet: https://www.navigazionelaghi.it/flotta-maggiore.aspx.

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