Abbiamo pubblicato in precedenza un articolo sull’origine della spirale di violenza che afflisse il periodo 1943-1945 nella regione del Lago Maggiore e Ossola. Sicuramente uno dei catalizzatori di questa violenza fu la persona di Benito Mussolini. In questo contributo cerchiamo di ripercorrere come e cosa fece Mussolini nelle sue visite sul Lago Maggiore e Ossola.

La prima visita di Mussolini nella regione la si ebbe a Domossola il 19 novembre 1922, fu una visita rapida, di solo passaggio, proveniva da Milano e precedentemente si era fermato che pochi istanti ad Arona e Stresa. Mussolini era atteso a Territet-Montreux per una conferenza di pace sull’Oriente, viaggiava comodamente in un vagone-salone presidenziale. Soggiornò in Svizzera al Hôtel des Alpes-Grand Hôtel di Territet-Montreaux dove accolse la delegazione franco (Presidente della Repubblica Raymond Poincaré)-inglese (Lord George Curzon, 1st Marquess Curzon of Kedleston, Ministro degli Esteri). Per Mussolini la visita di Losanna fu una sorta di home-coming dato che 22 anni prima vi aveva lavorato, ed avevo anche avuto problemi con la giustizia elvetica. È probabile che la visita a Losanna, contribuì per Mussolini all’ottenimento del Dottorato honoris causa, assegnatoli dalla locale università nel 1936.

Mussolini nell’aprile 1935 appena giunto all’Isola Bella.

La seconda traccia di una visita di Benito Mussolini è data per la fine di ottobre del 1924. È un periodo particolare che aveva seguito il periodo più violento della regione. Il fascismo aveva fatto fatica ad affermarsi nella provincia di Novara, e vi erano stati diversi fatti di sangue. Mussolini arriva alla fine di ottobre. Fu una visita comunque breve, iniziata a Laveno dove vi era giunto in automobile. Mussolini comparve all’Isola Bella e anche a Pallanza, dove in un certo modo, contribuì a riabilitare la figura del Generale Luigi Cadorna (1858-1928), caduto in disgrazia ma poi appunto alla fine del 1924 promosso – insieme ad Armando Diaz – a maresciallo. Ad accompagnarlo vi fù il fior-fiore del fascismo locale, Ezio Maria Gray o ancora Amedeo Belloni, protagonisti nel 1943-1945, delle cruenti rappresaglie fasciste nella provincia.

Mussolini ritornò quasi un’anno dopo il 15 ottobre 1925. L’occasione della visita, che toccò Stresa e Cannobio fu molto breve. Mussolini aveva fretta di arrivare a Locarno, per partecipare alle ultime fasi della Conferenza di Pace di Locarno. Soggiornò presso la Villa Farinelli, una benestante famiglia fascista, di origini Verbanesi. A Locarno vi rimase alcuni giorni, non è noto come lascio la Svizzera, ma probabilmente di nuovo via lago.

L’idrovolante pilotato probabilmente da Benito Mussolini, al momento dell’ammaraggio davanti all’Isola Bella, Lago Maggiore nell’aprile del 1935.

Bisogna aspettare altri dieci anni, il giovedi 11 aprile 1935, affinché Benito Mussolini faccia ritorno sul Lago Maggiore. Questa volta lo fece in stile, atterrando davanti a Stresa – accompagnato dai figli Romano e Anna Maria — con un idroplano. Era partito in precedenza da Lonate Pozzolo, proveniente da Ronco Forli. Sembra che l’idroplano fosse pilotato personalmente dal Duce, anche se non è appurato che disponesse di un’abilitazione al pilotaggio. Mussolini aveva in ogni caso fatto un corso di pilotaggio ad Arcore vicino a Milano, con diversi voli anche da solo. Il figlio Bruno, anche lui pilota, combatté nella Guerra di Spagna, decedette poi nel 1941 per un incidente aeronautico nei pressi di Pisa.

Mussolini nel 1935 all’Isola Bella, Lago Maggiore.

Mussolini partecipò alla conferenza internazionale – accompagnato da Galeazzo Ciano – che si tenne sull’Isola Bella, incontrando i ministri francesi Pierre Laval e Pierre-Ètienne Flandin. Mussolini rimase fino al 16 aprile, rendendo omaggio anche al mausoleo del defunto maresciallo Luigi Cadorna a Pallanza, e visitando e pranzando in un umile locanda sull’Isola dei Pescatori.

La visita dell’aprile 1935 fu l’ultima delle quattro visite fatte da Mussolini nella regione Ossola e Lago Maggiore. Durante il periodo della RSI, tra il 1943 e 1945, fu troppo pericoloso per Mussolini spingersi in una provincia e regione considerata allora ancor più rossa. Se la parte piemontese ebbe queste poche visite, la parte lombarda all’eccezione di Laveno, toccata brevemente nel 1924, non fu mai visitata oltre.

Al dire il vero però alla fine di luglio 1943, nella confusa estate dell’ordine Grandi e la rimozione di Mussolini dal governo italiano, vi fu comunque ancora un’esponente di quella che possiamo chiamare “extended family” di Mussolini a comparire sul Lago Maggiore. Cioè niente di meno che l’amante di Benito Mussolini, insieme alla sorella ed i genitori. Dal 27 luglio, dopo aver lasciato precipitosamente Roma, la la famiglia Petacci aveva raggiunto Meina, ospite del comm. Armando Boggiano, il marito della sorella Maria Petacci.

Clara Petacci con il padre Francesco Saverio, fotografia di data non precista. Fonte: Wikipedia

Armando Boggiano, aveva il titolo nobiliare di marchese, figlio di un ex-console d’Egitto. La famiglia aveva fatto fortuna nella lavorazione ed import-export di cotone. La villa di Boggiano era nascosta nel verde, alle spalle dell’imponente Villa Faraggiana. Solo un mese dopo, circa 20 ebrei risiedenti a Meina e in procinto di passare in Svizzera vennero eliminati da elementi del primo battaglione della 2. Panzer-Grenadier Reggiment della Divisione Leibstandarte Adolf Hitler.

L’arresto della famiglia Petacci venne eseguito dai carabinieri di Arona – comandati dal capitano dei Carabinieri Vincenzo Ceglia – nella notte del 13 agosto 1943. Il gruppo al completo venne portato alle carceri di Novara. Almeno Clara Petacci (1912-1945) rimase incarcerata per poi venir liberata solo il 15 settembre 1943, mentre Benito Mussolini, liberato precedentemente da un ufficiale tedesco, con madre elvetica di Losanna, era stato portato dal Gran Sasso a Monaco di Baviera. I Petacci con il rientro di Mussolini in Italia, dopo esser stati brevemente a Merano, si trasferirono presso la Villa Fiordaliso a Fasano del Garda.

Ultimo macabro aspetto quanto nell’estate del 1946 venne trafugata la salma di Benito Mussolini dal cimitero di Milano, diversi quotidiani, in particolare il Corriere delle Sera avanzarono l’ipotesi che la salma fosse stata trafugata in Svizzera, passando dalla frontiera di Luino-Maccagno. La destinazione sempre secondo il Corriere della Sera doveva essere “esser stato portato alle isole di Brissago, sul lago di Lugano (sic), di facile accesso con una barca”. (Corriere della Sera, Uno degli arrestati racconta la macabra impresa di Musocco, 6.8.1946)

PS. Benito Mussolini aveva anche visitato Novara, a quel tempo il capoluogo della Provincia. Una prima volta il 4 ottobre 1934 accompagnato da Achille Starace e Galeazzo Ciano, incontrando esponenti fascisti locali e trattenendosi solo una giornata.

Visitò nel 1939 almeno due volte la provincia di Novara. La prima volta solo la parte meridionale il 12 maggio 1939, diretto a Torino. Nell’occasione inaugurò anche l’autostrada Biella-Novara che aveva precedentemente fatto costruire. La seconda, durante una grande esercitazione atterrando a Cameri all’inizio dell’agosto 1939.