Maestra Teresa Bontempi: da Montessori all’irredentismo per poi finire nel profondo fascismo.

Non sono molte le donne elvetiche ad aver plasmato la vita politica dell’inizio del ventesimo secolo, ancor meno quella di destra. Una delle poche è la ticinese Teresa Bontempi. Maestra di scuola d’infanzia e grande promotrice del sistema Montessori. In seguito editorialista della rivista irredentista L’Adula, che con il passare del tempo diventò vièppiù un organo filo-fascista, fino ad essere soppresso nel 1935. L’insolita vicenda di Bontempi viene ripercorsa in questo contributo. La versione tedesca, francese e inglese di questo contributo è stata pubblicata sul Blog del Museo Nazionale Svizzero.

La situazione economica del Canton Ticino all’inizio del ventesimo secolo è particolarmente aspra. Vi è un crack degli istituti bancari ticinesi – Credito Ticinese di Locarno, Banca Cantonale Ticinese, Banca Popolare Ticinese – congiuntamente ad una generale recessione economica. In questo contesto il debito pubblico passa da CHF 13mio nel 1900 a CHF 43mio nel 1925 (cioè CHF 200mio odierni). Lo sciopero generale del 1918 tocca marginalmente il Canton Ticino, che si trova più preoccupato dall’afflusso, grazie alla linea ferroviaria del San Gottardo, di sempre più svizzero-tedeschi e tedeschi. È un dettaglio ma dal 1891 al 1925 a Biasca, Bellinzona e Chiasso, vi erano addirittura scuole parallele tedesche, per soli bambini svizzero-tedeschi.

La banca venne fondata il 20.10.1884. A causa delle partecipazioni troppo unilaterali in aziende industriali, la banca fallì – come la Banca Cantonale Ticinese e la Banca Credito Ticinese – nel 1914 durante la crisi bancaria ticinese.

Il Ticino sviluppa quindi, a ragione o a torto, un complesso d’inferiorità verso l’oltralpe. Esemplare è quanto accade nell’aprile 1904 con Benito Mussolini, giovane rivoluzionario e renitente al servizio militare. Condannato a Ginevra ed espulso dalla Svizzera per aver falsificato i documenti d’identità, è liberato in extremis mentre si trova in transito a Bellinzona, proprio dal governo del Ticino, il quale si occupa, si legge in un’interpellanza, «di quale modo l’apparato di polizia elvetico abbia abusato delle proprie competenze nell’espulsione di Musolino» [sic].

Benito Mussolini 21 enne in una foto segnaletica della Polizia Cantonale Ginevrina.

Vi è inoltre in Ticino uno smarrimento politico, poiché ai due grandi Partiti politici – conservatore e liberale – si aggiungono all’inizio del secolo diversi altri nuovi, come quello socialista e quello agrario. Di conseguenza vi è una situazione politica problematica entro i partiti tradizionali, incentivo alla nascita del fascismo locale.

Giacomo Bontempi, padre di Teresa Bontempi

In questo contesto politico-economico nasce, l’8 luglio 1883, a Locarno, Teresa Bontempi, attinente di Menzonio (val Lavizzara). La famiglia d’origini italiane è da tempo domiciliata a Bellinzona, dove il padre, Giacomo (1856-1918), è maestro, ispettore e dal 1883 segretario al Dipartimento della pubblica educazione. Oltre a esser fra i promotori della Scuola cantonale di commercio, Giacomo è da tempo vicino all’Italia, tanto da sollecita nel 1908, con altri, l’istituzione in Ticino d’una sezione della «Dante Alighieri», al fine di tutelare e diffondere la lingua e cultura italiana. Vi è nella famiglia Bontempi una manifesta fobia della presenza e cultura straniera, in particolare di quella svizzero-tedesca. Oltre a Teresa, il fratello Giacomo jr. e la sorella Agnese sono altrettanto impegnati politicamente; di altre due sorelle, Maria e Giuseppina, le informazioni restano invece scarse.

Teresa Bontempi, foto presa probabilmente attorno al 1920

Teresa cresce a Bellinzona e, nell’inclinazione di famiglia, si forma come maestra di scuola elementare, ottenendo la licenza nel 1901. Ebbe un primo breve incarico in valle di Blenio, fu poi trasferita nella natia Menzonio e a Brissago. Segue in parallelo corsi alle Università di Friburgo e Milano, dove probabilmente incontra Maria Montessori. Proprio a Milano insegna anche un “corso magistrale per le educatrici dell’infanzia – metodo Montessori” .

Maria Montessori (1878-1952). Fonte: Wikipedia

Nell’ottobre 1907, nonostante la giovane età, Teresa ottiene – probabilmente anche grazie all’intervento del padre, Giacomo – la prestigiosa carica di ispettrice cantonale degli asili dell’infanzia, succedendo a Lauretta Rensi-Perucchi. L’attività di ispettrice la portò a confrontarsi con la realtà scolastica ticinese degli asili infantili, spesso difficoltosa, toccata da un’alta mortalità infantile e ancora pedagogicamente poco organizzata rispetto alla situazione d’oltre Gottardo. S’impegna dall’inizio nella carica, ricoperta fino al 1931, di inserire nel contesto cantonale il metodo pedagogico Montessori.

L’Adula pubblicazione creata da Rosetta Colombi e Teresa Bontempi.

Nel 1912 fonda insieme a Rosetta Colombi la rivista L’Adula, con lo scopo di promuovere e valorizzare la cultura italiana in Svizzera. È una rivista che compirà una parabola dalla difesa dell’italianità dapprima attraverso un irredentismo implicito. Dietro le due ragazze vi sono però le rispettive famiglie, i padri Emilio Colombi e Giacomo Bontempi sono altrettanto, se non ancor più agitatori che le rispettive figlie. Al momento del decesso del padre nel 1918, Teresa si legherà ancor più ad Emilio Colombi, giornalista e titolare di una tipografia a Bellinzona, il quale aveva avuto nel frattempo seri problemi con la giustizia militare elvetica avendo svolto attività di spionaggio militare a favore dell’Italia.

I toni dell’Adula sono spesso aggressivi contro la Confederazione, tanto che il giornale, non si limita ad aspetti culturali ma attacca direttamente Berna, usando per quel tempo toni ed espressioni fin allora poco usuali, paragonando il Ticino a un baliaggio della Svizzera tedesca oppure insultando ufficiali dell’Esercito elvetico. Il giornale rimane sostanzialemente un affare della famiglia Colombi, con la Bontempi largamente aiutata dal fratello – nel frattempo trasferitosi a Parma – e dalla sorella, i quali ricoprono anche la carica di amministratori.

Siamo in un contesto politico particolare, dove il rapporto del Ticino con l’Italia è differente dall’odierno: non per niente il numero di soli volontari ticinesi che combattono per l’Italia nella Prima guerra mondiale ammonta a 500 unità, in parte ricordate da un momento entro l’attuale Ospedale Italiano di Lugano (vedasi questo contributo di Insubrica Historica sui volontari ticinesi nella Prima Guerra Mondiale). In questa circostanza nasce la corrente irredentista, che ambisce a sradicare il Ticino dalla Confederazione per congiungerlo all’Italia.

Almanacco della Svizzera Italiana, opera edita da l’Adula stampato a Varese.

L’attività legata alla rivista – dove si pubblica anche un Almanacco della Svizzera Italiana – condizionò a fondo l’esistenza di Teresa, offuscandone l’attività di ispettrice: negli anni ‘20, a più riprese, la Bontempi venne infatti osteggiata e criticata nella stampa cantonale per l’orientamento politico considerato anti-patriottico. Vi sono ciononostante dubbie scelte editoriali da parte di Bontempi e compagnia, cosicchè l’Adula diventa nel frattempo un organo filo-fascista. Non contribuì a migliorare la situazione che Rosetta Colombi, co-redattrice del giornale, già co-fondatrice della Scuola italiana a Berna, sposò nel 1919 il poi gerarca fascista Piero Parini (1894-1993), il quale durante il periodo 1943-1945 diventerà poi podestà e prefetto di Milano.

Piero Parini (sinistra) con Francesco Colombo, comandante della Legione Autonoma Mobile “Ettore Muti”, a Milano nel 1944. La “Ettore Muti” fu anche molto attiva a partire dall’agosto 1944 in Ossola, compiendo diversi rastrellamenti contro le formazioni partigiane.
Fonte: Wikipedia

Teresa divenne così, suo malgrado, l’epicentro di una sorta di lotta tra schieramenti ideologici e politici culminata con l’incarcerazione nel 1935. Unitamente a Emilio Colombi e la sorella Agnese, subisce un’istruttoria giudiziaria nell’agosto, assegnata al tenente-colonello Arturo Weissenbach, giudice istruttore militare del Sottoceneri. La travagliata vicenda ebbe come conseguenza l’allontanamento dalla scena culturale ed educativa cantonale. Il Consiglio federale soppresse l’Adula e Bontempi finì quattro mesi in carcere e scrisse un interessante Diario di prigionia uscito postumo a Locarno.

Rosetta Parini-Colombi e Teresa Bontempi abbandonarono il Ticino. Colombi andò prima con il padre a Milano, poi a Bergamo. Teresa, mai sposatasi, fece un lungo esilio volontario a Parma durante la Seconda guerra mondiale, ospite dal fratello Giacomo jr. Ritornata in Ticino alla fine del conflitto morì nella Casa per anziani a Cevio, in solitudine, il 25 agosto 1968.

Articolo scritto da parte di Antonio Bolzani (Lugano 1884 – Lugano 1950) apparso nel 1934 sulla Rivista Militare Ticinese. Bolzani colonello e avvocato. Comandante del comando territoriale 9b. Si laurea in giurisprudenza a Losanna. Ricoprì svariate cariche nell’amministrazione pubblica – deputato al Gran Consiglio Ticinese, municipale a Lugano – e nell’esercito attivo come comandante territoriale. Della sua attività militare ha lasciato testimonianza nella pubblicazione «Oltre la rete», che rimane uno dei testi più validi per quanto succede nel Canton Ticino durante il periodo 1943-1945.
Spirò a Lugano dopo una breve malattia nel 1950.

La fine dell’irredentismo ticinese auspicato da Teresa Bontempi segue in parallelo l’avvento del regime in Italia. Con l’uccisione di Giacomo Matteotti nel 1924, ci si rese conto come l’Italia e il fascismo fossero concrete minacce. Ne seguì il distanziamento nell’opinione politica e pubblica ticinese. Bontempi ottenne indirettamente e paradossalmente un risultato opposto alla sua intenzione originale, cioè quello di rinsaldare la coscienza elvetica nella popolazione ticinese.

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