La regione insubrica ha subito nel passato eventi naturali importanti, in particolare alluvioni, come quella del 1978 sul Locarnese e Valli. Vi fù un evento ancor più devastante, conosciuto come “Buzza di Biasca”, il quale cambio radicalmente il piano di Magadino. In questo breve contributo ne riportiamo la storia.
Un evento particolarmente eccezionale che perturba in maniera importante la morfologia della pianura del fiume Ticino da Biasca al Lago Maggiore è la cosiddetta Buzza di Biasca del 20 maggio 1515.
Questa buzza fu la conseguenza dell’enorme frana prodottasi il 30 settembre 1513 sul versante occidentale del Pizzo Magn (2’329 metri), chiamato anche Monte Crenone), a monte di Biasca. Circa 500 milioni di m3 del deposito di questa frana produssero un vasto sbarramento che fece da diga al corso del Brenno e che condusse alla formazione di un lago temporaneo di 5 km di lunghezza, 1.2 km di larghezza, con una profondità secondo le stagione di 10-12 metri. Questo lago “artificiale” con un volume di 200 milioni di m3 sommerse il villaggio di Malvaglia fino all’altezza di metà campanile.
Interessante come un simile evento di frana apparse 1’000 anni prima sul Lago Lemano. Il Tauredunum, detto anche Tauretunum o Monte Toro, è una montagna del Vallese, all’estremità del Lago Lemano. Nel 563, questa pendice fu teatro di un crollo – circa 250 milioni di m3 di detriti – che seppellì diversi villaggi prima di creare un devastante tsunami sul lago Lemano. La sua precisa collocazione non è stata ancora definita e sono state avanzate diverse ipotesi, in particolare la Pointe de la Gagnerie e il Pic de la Suche, nel massiccio del Grammont. Secondo l’ipotesi più plausibile, lo tsunami venne causato dalla risonanza dell’onda d’urto della frana che ha scosso la massa di sedimenti depositati dal Fiume Rodano alla sua foce nel lago nella zona di Bouverette, causando poi lo spostamento di un enorme volume d’acqua che innondò anche Ginevra.
La diga naturale di Biasca, composta da sedimenti e detriti cedde improvvisamente – secondo la maggior parte delle fonti il 20 maggio 1515 – creando un fenomeno conosciuto con il nome di Buzza di Biasca. L’enorme massa di detriti distrusse completamente il villaggio di Biasca, inondò la città di Bellinzona e devastò la Piana del Ticino fino al Lago Maggiore.
Quanto fu drammatica questa buzza, lo riportava già Ballarini nel suo lavoro “Compendio delle croniche della città di Como” pubblicato nel 1619.
Fonte: Map Geo Admin.ch
Ballarini parla di almeno 170 persone decedute nel corso di questa buzza. Probabilmente furono anche di più. I danni furono ingenti, tanto che il ponte della Torretta a Bellinzona, costruito dai Duchi di Sforza di Milano solo nel 1487 venne completamente distrutto. Tale punto rese difficile per diversi secoli il collegamento con il Locarnese. Ma molto probabilmente il Locarnese soffrì molto di più dall’allontanamento delle famiglie protestanti, partite alla volta di Zurigo e Ginevra.
Il geologo Cristian Scapozza rileva giustamente che tale buzza ebbe l’effetto di riempire il Piano di Magadino – ma anche tutta la bassa Leventina – di sabbia e detriti. Cosicchè per secoli fu inutilizzabile all’agricultura. Oltre a ciò vi furono comunque degli aspetti positivi. I detriti della Buzza a Biasca vennero usati nel 1960 per la sottostruttura della nuova rete autostradale. Sul sedime della frana, sempre a Biasca, vi furono anche dei campionati mondiali di motocross.
Fonti:
Cristian Scapozza, Christian Tognacca, , Christian Ambrosi e Silvio Seno, “20 maggio 1515: la “Buzza” che impressionò l’Europa” (Link)
Marino Viganò, “Storie e cronache della Buzza di Biasca (30 settembre 1513 – 25 maggio 1515)”. Archivio Storico Ticinese (2013), 154: 122-135
Marino Viganò, “Bellinzona campo trincerato: Progettazione e costruzione di una piazzaforte della Svizzera federale 1844-1854”, SEB Editrice, Chiasso 2020