Il 8.12.1981 decedeva a Roma uno dei massimi esponenti della Resistenza Italiana durante la Seconda guerra mondiale. Abbiamo già scritto in precedenza su altri esponenti di primo piano della Resistenza, in particolare sul generale Raffaele Cadorna. Il 40esimo anniversario della scomparsa di Ferruccio Parri, è un occasione per scrivere di uno dei massimi esponenti politici italiani del primo dopo-guerra.

Ferruccio Parri (Pinerolo, TO, 1890 – Roma, 1981), nasce a Pinerolo Torino il 19 gennaio 1890. La famiglia è legata alla tradizione risorgimentale mazziniana. Si laurea nel 1913 presso la Facoltà di lettere dell’Università di Torino, e diventa subito insegnante di lettere e giornalista.

Partecipa alla prima guerra mondiale e nell’aprile 1918 entrando a far parte del Comando supremo dell’Esercito quale primo collaboratore del colonnello Ugo Cavallero (1880-1943), allora capo dell’Ufficio operazioni del Comando supremo. Cavallero era allora un giovane e capace ufficiale, con un fulminante carriera militare. Tanto che era diventato stretto collaboratore del Vicecapo di stato maggiore, tenente generale Pietro Badoglio.

Nel primo dopoguerra – che aveva nel frattempo ricevuto ferite e tre medaglia d’argento al Valore Militare – Ferruccio Parri insegna brevemente a Roma. Nel 1922 si trasferisce a Milano per una collaborazione con il « Corriere della Sera », ottentendo anche il trasferimento presso il Liceo Parini della città.

Foto segnaletica di Ferruccio Parri, probabilmente attorno agli anni 1920.

Partecipa al movimento degli ex-combattenti dando inizio al suo impegno politico e collabora a « Volontà », settimanale legato al movimento. Nel 1924 Parri fonda con Riccardo Bauer (1896-1982) il settimanale politico « Il Caffè », foglio di opposizione al regime, di tendenza liberal democratica con aperture al socialismo. Nello stesso periodo si prodiga nella diffusione del foglio antifascista « Non Mollare », legato ai fratelli Rosselli – Carlo Alberto e Nello poi entrambi eliminati in Francia da sicari fascisti nel 1937.

Da sinistra: Lorenzo de Bova, Filippo Turatti, Carlo Alberto Rosselli, Sandro Pertini e Ferruccio Parri con la sigaretta. Fotografia presa a Calvi (Corsica) dopo che nel dicembre 1926 Pertini e Turatti avevano lasciato l’Italia scappando con un motoscafo. Fonte: Wikipedia

Nel 1925 abbandona la collaborazione con il « Corriere della Sera » a seguito dell’estromissione di Luigi Albertini dalla direzione del giornale. È in questo periodo che Ferruccio Parri incontra Guglielmo Canevascini, responsabile del Partito Socialista Ticinese. Nell’agosto e nel settembre 1926 Canevascini, Pellegrini e Gasparini organizzarono – nella zona del Monte Generoso, a brevissima distan­za dalla frontiera in totale anonimato – vari incontri col se­gretario dell’associazione Internazionale Operaia Socialista (IOS) il viennese Friedrich Adler (1879 – Zurigo 1960), e con Ferruccio Parri. Agli incontri vi partecipano anche Carlo Alberto Rosselli e Pietro Nenni. Particolare interessante, Adler si era laureato in Fisica al ETHZ. Trascorse il periodo della Seconda guerra mondiale, al sicuro negli Stati Uniti per poi rientrare a Zurigo dopo il conflitto.

Si occupa attivamente dell’espatrio clandestino di esponenti antifascisti e in particolare organizza – assieme a Carlo Alberto Rosselli (1899-1937), Italo Oxilia e Sandro Pertini – l’avventuroso espatrio di Filippo Turati avvenuto nel dicembre 1926. Arrestato, è processato a Savona nel 1927 e condannato sino al gennaio 1930 al confino, che sconta tra Ustica e Lipari. A Lipari prende parte al piano di evasione attuato da Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Fausto Nitti nel 1929.

Rientrato a Milano nel 1930, è nuovamente arrestato nell’ottobre dello stesso anno per attività antifascista e nel 1931 è nuovamente condannato a cinque anni di confino. Amnistiato nel dicembre 1932, nel 1933 è a Milano, ove collabora al « Giornale degli economisti e rivista di statistica »; nel
dicembre 1934 è assunto all’Ufficio studi dell’Edison, società di cui diviene dirigente ne 1937.

Nel 1942 subisce un ulteriore arresto, seguito da sei mesi di carcere. Al processo è prosciolto per mancanza di prove. Tra il 5 e il 7 settembre del 1943 partecipa a Firenze al primo convegno del Partito d’Azione ed è, a partire dalla metà dello stesso mese, tra i fondatori del Comitato militare dei partiti antifascisti; nel dicembre 1943 il Clnai assegna a Parri il compito di coordinare il lavoro del suddetto Comitato.

Ferruccio Parri grazie al suo background ed esperienza è probabilmente una delle persone più adatte a gestire la Resistanza. Dotato di un forte senso di mediazione, e di una preparazione militare notevole riesce ben presto a guadagnarsi la fiducia degli Alleati.

Nel giugno 1944 è rappresentante del Partito d’Azione e delle formazioni Gl nel Comando generale del Corpo volontari della libertà; nel novembre 1944 diviene vicecomandante del Cvl.

Casa Anatta, Monte Verità Ascona. Durante il periodo 1943-1945 di proprietà della famiglia ebrea milanese Pontremoli. Mario Pontremoli aveva trasformato la casa nel Posto Comando 12, il quale era un importante luogo di passaggio per entrare e uscire dall’Ossola.

Si trova in Ticino, ed in particolare alla fine del dicembre 1944, ospite del ingegnere Mario Pontremoli a Casa Anatta, Monte Verità Ascona. Lascia il Locarnese il 31 dicembre 1944, attraversando il Monte Ghiridone per poi entrare in Valle Cannobina.

La tratta di passaggio per entrare ed uscire dall’Ossola verso il Locarnese. Dall’inverno 1944-1945 i partigiani grazie ad intermediari locarnese – Giacomo Thommen e Lello Bianda – avevano affittato più rustici/baite su questa via, che servivano da luogo di riposo.
Fonte: Map Geo Admin

Il soggiorno in Italia è breve, dato che viene catturato a Milano il 2 gennaio 1945, è carcerato a Verona; il 7 marzo 1945 è riportato a Milano nel quadro di uno scambio tra tedeschi e alleati. La sua liberazione avviene nell’ambito dell’Operation Sunrise, ed è dovuta soprattutto all’intervento del HSSPF generale delle SS, Karl Wolff. Liberato insieme al maggiore Usmiani, è condotto dal barone Luigi Parilli al confine di Chiasso.

L’intenzione originale di Karl Wolff, capo supremo delle SS in Italia, era quella di scambiare Ferruccio Parri con il colonello Max Wünsche (1914-1995), ufficiale della Hitlerjugend prcedentemente nella Leibstandarte, aiutante di campo di Adolf Hitler, e fatto prigioniero dagli inglesi durante i combattimenti in Normandia.

Entra in Svizzera il 8.3.1945, subito trasferito a Zurigo, alfine di permettergli di recuparare forze dopo il periodo di prigionia tedesco. Partecipa nuovamente ad una missione nel Sud Italia e giunge infine a Milano la sera del 25 aprile, nello stesso momento che poche ore prima Benito Mussolini aveva lasciato la città alla volta di Como. Ferruccio Parri riprese subito le attività dalla sede del CLNAI presso il Palazzo di Giustizia.

Sfilata a Milano del 6.5.1945 del comando generale del Corpo Volontari della Libertà. Terzo da sinistra è Ferruccio Parri. A destra di Parri, il generale Raffaele Cadorna. Enrico Mattei è il secondo da destra. Fonte: Wikipedia

È presidente del Consiglio dal 19 giugno al 23 novembre del 1945 e membro dell’Assemblea costituente. Dopo aver sostenuto all’interno del Partito d’Azione la corrente di Ugo La Malfa, abbandona il partito per dare vita, con lo stesso La Malfa, al Movimento democratico repubblicano, fondato nel febbraio 1946. Successivamente aderisce al Pri ed è nominato senatore nel primo Parlamento repubblicano. Nel 1948 è tra i fondatori del Movimento federalista europeo, formazione da cui si allontana nel 1954. Nel 1953, a seguito della riforma elettorale fortemente maggioritaria, Parri si dimette dal Pri per dare vita al movimento di Unità popolare, il quale confluirà più tardi nel Partito Socialista Italiano.

Il 1953 per Parri è un anno particolare dato che viene trascinato in un polemica politica che si protrae per diversi mesi. Una pubblicazione fascista di Roma iniziò a muovere infondate accuse sul doppio-gioco di Ferruccio Parri durante la guerra, e il suo ruole d’informatore dei tedeschi, nonostante fosse praticamente stato il capo della Resistenza. Ne conseguì un processo che perdurò per diversi mesi. Entrambi le parti chiamarono a testitomoniare il fior-fiore della Resistenza ma anche delle personità che facero la storia del periodo, come il già citato Barone Luigi Parilli. Parri fu completamente assolto, ma indubbio che l’instruttoria – praticamente un tribunale politico – lasciò profondamente il segno su Parri.

Articolo del 18.11.1953 riguardante il processo per diffamazione alla pubblicazione fascista “il Meridiano d’Italia”.

Ciò nonostante persevera con la sua attività politica, dato che è nuovamente senatore per il Pri alla terza legislatura (1958-1963), al termine della quale è nominato senatore a vita (1963). È parlamentare europeo tra 1963 e 1970, anno nel quale si dimette per motivi di salute. Nel dopoguerra Parri aveva ripreso l’attività giornalistica e si era impegnato nel campo degli studi economici, fondando nel 1946 a Milano l’Istituto per gli studi di economia (Ise) e, nello Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia « F. Parri » stesso anno, la rivista dell’ente « Mondo economico »; nel 1963 fonda la rivista « L’Astrolabio ». Parri si impegna nella difesa della memoria della Resistenza attraverso la creazione e il sostegno di istituzioni quali la Fondazione di solidarietà nazionale pro partigiani e vittime di guerra e la Fondazione Corpo volontari della libertà.

Nel 1949 assume la presidenza della Federazione italiana associazioni partigiane (Fiap); fonda, nel febbraio dello stesso anno, l’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli) di Milano di cui è presidente sino al 1971 ricoprendone dal 1972 la carica di presidente onorario