Insubrica Historica ha avuto la possibilità di partecipare il 18 novembre 2022 a Varese, presso Sala Montanari, al  Convegno NOVECENTO DI CONTRABBANDO. Il confine permeabile: scambi, controlli, respingimenti. Un convegno organizzato dall’Istituto di Storia Contemporanea “P.A.” Perretta di Como, in collaborazione con il Comune di Varese, il Ministero della Cultura, e gli archivi di Stato di Sondrio e Como.

Un interessante evento che si è svolto durante la giornata di venerdì 18 novembre. Il convegno ha raccontato la storia dell’attività di confine tra Varese e il Canton Ticino attraverso il Novecento, tra contrabbando, richieste di asilo politico, scambi e controlli. Insubrica Historica ha già pubblicato nel passato diverse storie sul contrabbando con l’Italia, organizzato conferenze, e curato anche una mostra durante il 2021-2022 a Minusio presso Villa San Quirico.

I relatori della mattina. Lauretta Minoretti, Michele Sarfatti, Adriano Bazzocco e Raphael Rues.

A causa della sua politica tendenzialmente protezionistica, l’Italia è stata sempre oggetto d’intensi traffici di contrabbando. In determinati momenti storici (Ottocento e Novecento), questa attività illecita fu praticata in modo tanto professionale quanto industriale diventando nel corso degli anni praticamente fenomeno di massa. In particolare lungo i confini con la Svizzera, palcoscenico di fiorenti traffici politici e culturali con la vicina Lombardia e Piemonte.

Notifica del mandato di arresto per Giorgio Ballerini accusato di contrabbando di armi durante il periodo della Zona Libera Ossola anche conosciuta come “Republica Partigiana dell’Ossola”.

In particolare con la nascita della Repubblica Sociale Italiana (RSI) dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, questa regione diventa una potente calamita per migliaia di profughi, decisi, con il ripiegamento in Svizzera, a fuggire da arresti, deportazioni, lavori forzati e chiamate di leva dell’esercito “saloino”. È una fiumana umana, le cui vicende si intrecciano con le ondivaghe politiche d’accoglienza delle autorità cantonali e federali.

L’occupazione militare tedesca dell’Italia centrosettentrionale, da un lato e i bombardamenti alleati dall’altro aggravano la situazione sociale ed economica, provocando movimenti di sfollati dalle città verso le campagne, disarticolando reti di comunicazione e rendendo ardui gli spostamenti e gli scambi di merci.
Le conseguenze per la popolazione sono drammatiche: il sistema di razionamento, che non riesce più a garantire un mimino sostentamento vitale, collassa, spalancando le porte al mercato nero dove i prezzi sono anche dieci volte più alti rispetto a quelli calmierati. I contrabbandi diventano infatti un ghiotto affare per popolazioni piegate da cicliche crisi economiche, che trovano appunto negli smerci illegali di beni e nel favoreggiamento agli espatri clandestini un terreno fertile per facili e lucrosi guadagni.

Breve nota sul contrabbando di armi dalla Svizzera a favore dei partigiani dell’ossola.

Contrabbandi di merci e persone, ma anche di propaganda antifascista, armi e munizioni, diventano così oggetto per trafficanti, scaltri avventurieri e passatori, in un intreccio, spesso inestricabile, tra affari, politica e interessi personali. Terminata la guerra il fenomeno non cessa: cambiano i protagonisti e i “prodotti” di contrabbando. In tempi non semplici e in territori marginali il contrabbando ha rappresentato un’occasione per sbarcare il lunario o una vera e propria attività a tempo pieno, che poteva fruttare bene.

Su questo specifico tema del contrabbando, vi ricordiamo che Insubrica Historica organizza ogni mese il trekking del contrabbandiere. Maggiori informazioni su questo interessante trekking storico sono disponibili su questo link.