Giorledo, bellissimo maggengo sopra Minusio

Alla fine di dicembre 2022 abbiamo avuto la splendida idea, in un tardi pomeriggio, di salire al maggengo di Giorledo, sopra Minusio. Un interessante passeggiata che ci ha permesso di scoprire un lato a noi sconosciuto del comune di Minusio.

Parlando della montagna sopra Locarno e Minusio generalmente si pensa a Cardada. Grazie alla funivia Orsellna-Colmanlcchlo e alla seggiovia che porta alla CImetta, questa regione è da tempo una importante stazio­ne turistica estiva e fino a pochi anni fa anche invernale.
Sono diverse le persone che vi si re­cano. Trovano lassù una regione im­pareggiabile che permette di eseguire innumerevoli gite su ter­reni facili, allontanandosi da Cardada in direzione dei molti monti e maggenghi che si trovano nella zona. Fra questi vi è il bel monte di Giorledo.

Giorledo si trova nel comune di Minusio, a mt. 1152. Fa parte dei “monti” (oppure maggenghi) usati esclusivamente dagli abitanti di Minusio. Simili insediamenti sono posti a Ronchi di Bosco di sotto o Moranda e di Sopra (m 460 slm), Baffa (m 800) e Cordonico (m 1024), tutti posti riservati un tempo al pascolo estivo.

L’accesso più pratico per Giorledo lo si ha lasciando la vettura in val Resa, e precisamente Resa di Fuori (m 778). Da qui ci si avvia per un ripido sentiero che porta al Monte di Schivasco (m 1060). Un gruppo di rustuci restaurati, dalle quali si può proseguire per Giorledo. La particolarità di Giorledo è quella di permette l’accesso a Cardada, e serve quindi da punto di riferimento se si vuole percorre la dorsale Cardada-Val Resa. Giorledo si compone oggi di un paio di rustici, i quali hanno anche l’accesso ad un acquedotto. Uno di questi rustici è anche attualmente in vendita per CHF 145’000 (ancora qualche mese fa il prezzo di vendita era di CHF 195’000).

Giorledo era un monte già molto caro al nostro Giuseppe Mondada (1997-1998), tanto che scrisse queste belle parole:

In agosto, quando ormai gli insediamenti urbarni non concedono più né spazio né quel minimo di tranquillità di cui non si può fare a meno, sono solito trascorrere alcuni giorni sulle nostre montagne, scegliendomi come spasso quotidiano due passi lungo una delle straducole che da Bré innanzi, verso sera,tagliano a circa 1000 metri di altitudine gli assolati dossi passando per i maggenghi di San Bernardo, Cordonico e Giorledo, oppure lungo altre poco più in alto. Cerco cosi di rimediare in parte agli effetti della mia caparbia pigrizia che mi induce a rimaner seduto al chiuso durante troppi mesi all’anno. Le baite coi muri a secco o con carenza di calce, che sui maggenghi vado ritrovando, sono divenute ormai rare; impossibile poi imbatterci ancora con qualche stallaa dalla quale sino a qualche anno fa usciva il caldo buon odore di concio. Al loro posto e in tut­te le vicinanze, casette nuove dotate di buo­na parte dei servizi indispensabili in residenze ove ci si va non soltanto d’estate ma in qualsiasi altro momento dell’anno. Non più maggenghi, ma ormai quartieri residen­ziali. Qui la vita è mutata, non tolta, evo­luta certo in meglio. Non giustificati quindi possibili sentimenti dì nostalgia. Giuseppe Mondada, Come cambia questa nostra terra, Eco di Locarno, 24.8.1982

 

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