Abbiamo scritto nell’aprile 2021 un breve contributo sulle truppe straniere che sono passate nel Locarnese. Questa volta ci dedichiamo alla presenza allogena nella regione dell’Ossola a confine con il Locarnese.
Nella sua storia millenaria la Valdossola è stata attraversata innumerevoli volte da eserciti provenienti dalle più svariati regione dell’Europa, ma anche dalla vicina Asia. Basterebbe pensare alle legioni romane e alle conquiste dei Longobardi e dei Franchi. Oppure alle incessanti incursione Confederate, vedasi la battaglia di Crevola, fino alle prolungate occupazioni Spagnole, Francesi, Austriache ma anche al passaggio di truppe Russe a comando del Feldmaresciallo Suwaroff.
L’importanza del valico del Sempione ha scandito la presenza di queste orde straniere, le quali hanno purtroppo sempre anche portate con se, fame e distruzioni. Vi sono stati anche sollevamenti popolari a questa presenza. Ne fu il caso in Valle Vigezzo nel 1799, contro la presenza francese. Nonostante che Craveggia avesse dato i Natali, a Pietro Maria Ferino, famoso generale di Napoleone.
Si arriva quindi alla massiccia presenza tedesca iniziata nel settembre 1943, a seguito dell’armistizio italiano del 8 settembre. Una presenza come abbiamo scritto recentemente per un contributo apparso sulla Rivista Impegno di Biella, lungi dall’essere organizzata. È al quanto difficile dopo 80 anni stabilire i dettagli della presenza allogena nella regione durante il 1943-1945. Tralasciamo in questa breve analisi la presenza tedesca, e ci concentriamo solo su quella meno ovvia, ovvero la presenza russa, georgiani, baltica e ancora boemia-moravia.
Nell’ordine cronologico la prima truppa allogena ad arrivare nella Valdossola fu il 6 battaglione del Protettorato Boemia-Moravia. Vi arrivarono il 6 giugno 1944 transitando da Arona. All’incirca 250 effettivi che vennero distribuiti in vari distaccamenti lungo la linea ferroviaria che portava al valico del Sempione. Semplici posti di guardia, sommariamente armati, muniti alla meglio di sole bicicletta. I militi facevano avanti e indietro della linea ferroviaria. La loro presenza fu l’incessante lavoro di distruzione partigiana. Nel corso del maggio 1944 furono ben una ventina gli attacchi, per lo più dinamitardi, alla linea ferroviaria. Vennero distrutti tralicci, ponti e fatto deragliare interi convogli. I tedeschi della Militärkommandantur, esausti di questi attacchi pensarono che schierare questa truppa potesse permettere il ripristino del traffico. Si sbagliarono, dato che in concomitanza con l’inizio del grande rastrellamento della Val Grande, i boemi iniziarono a pensare di raggiungere le forze partigiane. L’esodo, o più la diserzione in massa, la si ebbe solo qualche settimana più tardi.
Nello stesso frangente del rastrellamento in Val Grande giunsero in zona i militi georgiani. La loro funzione era quella di assistere i due gruppi di combattimento tedeschi impegnati in zona. Il contributo dei soldati georgiano, mal armati, poco equipaggiati e sporchi si limitò per le due settimane del rastrellamento a trasportare munizioni con i loro muli da soma. A rastrellamento terminato una grande parte di questi militi passò nelle file partigiane. La presenza Georgiana è un importante capitolo delle vicende ossolane, dato che furono loro a partecipare massicciamente alle fasi iniziali della battagli di Gravellona. Sempre i Georgiani equipaggiati con la sola uniforme di fatica, ebbero un ruolo importante nelle vicende che portarono al collasso del fronte Cannobino, durante le operazioni di riconquista della Zona Libera Ossolana. La loro presenza improvvisa a Finero nelle file partigiane, condusse allo sbaraglio diverse altre formazioni partigiane, convinte nella confusione, che i tedeschi era già giunti in zona passando da Domodossola.
Molto più tardi, Paolo Bologna ci porta la testimonianza anche di soldati lituani, arrivati a Domodossola in appoggio alle truppe tedesche. La loro presenza fu circoscritta a pochi militi, i quali non ebbero nessun ruolo bellico. Si limitarono anche loro a mansioni logistiche. Quasi a significare che i tedeschi vedevano in questi individui comunque dei soldati poco affidabili per le operazioni anti-partigiane.
Sempre in senso cronologico vi fu poi un esodo incessante di soldati russi e georgiano dal territorio elvetico. Sono soldati che riuscirono a scappare dai campi d’internamento elvetici, e a fatica passando le alpo, integrarono le forze partigiane. Un fenomeno tipico della primavera 1945, il quale contribui a rinforzare le sparute formazioni partigiane. Conosciamo solo alcuni nomi, ed è oramai impossibile sapere esattamente cosa ne divenne di questi volontari. Soggetti pronti a fatiche inumane, come il passaggio delle Alpi in inverno, pur di combattere contro i tedeschi.
Abbiamo anche qualche caso criminale, ma sono pochissimi. In particolare il georgiano xy che venne poca prima fucilato dai partigiani per avere rubato.
Complessivamente una storia quella della presenza allogena molto particolare. Fu comunque anche grazie a loro che i partigiani seppero opporsi alla presenza tedesco-fascista in zona.