Insubrica Historica scrive spesso sulla persecuzione delle persone ebree durante la Seconda Guerra Mondiale. È un tema che ci stà molto a cuore per diverse ragioni. Innanzitutto perchè ha toccato vivamente la nostra regione, i casi Hasson nella valle Vigezzo e Forti a Brissago, sono solo due esempi. Vi è anche il mindset nazi-fascista, concepito su una idelogia concepita all’eliminazione fisiche delle persone, in particolare di razza ebrea ma anche slava. È questo che bisogna essere coscienti, quanto successe durante l’ultimo grande conflitto, può toccare chiunque, anche noi e oggi. In questo breve contributo diamo uno sguardo a quanto venne fatto nel Locarnese a favore della popolazione ebraica da parte di una donna eccezionale, la zurighese Lilly Volkart.
La persecuzione degli ebrei nella Germania del Terzo Reich, costringe migliaia di persone di origine ebraica a fuggire nei paesi vicini. La Svizzera, nonostante abbia avuto la nefasta idea di apporre una lettera J per Jude-Ebreo sui passaporti dei rifugiati tedeschi, rappresenta ancora un lembo di terra neutrale, dove gli ebrei più fortunati (ed abbienti) riescono a trovare rifugio.
Mosse dalla grande necessità, nel 1933 un gruppo di donne prevalentemente zurighesi, fondarono l’Organizzazione svizzera di soccorso per i bambini emigrati, in tedesco Schweizerisches Hilfswerk für Emigrantenkinder. La sede di questa organizzazione venne stabilita nella centralissima Claridenstrasse a Zurigo. Questa organizzazione sostenne finanziariamente un ospedale per bambini profughi a Parigi, organizzò colonie estive in Svizzera e si prese cura durante il periodo 1933-1947 di complessivamente 10mila bambini, ospitati in famiglie e case svizzere.
L’organizzazione svizzera di soccorso per bambini emigrati, conobbe con il conflitto in Spagna fra i repubblicani e le truppe fasciste di Francisco Franco il suo primo battesimo del fuoco, vedi nostro precedente articolo. Diversi bambini e orfani spagnoli vennero accolti e ospitati da questa organizzazione in Svizzera.
La situazione umanitaria si fece però molto più seria con la presenza nazi-fascista ai confini elvetici, ed in particolare con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale nel settembre 1939. Da questo momento vi è un costante afflusso di persone ebree, in fuga dal nazi-fascismo. Una fuga non facile, dato che diversi di questi rifugiati ebrei vennero anche respinti alle frontiere elvetiche. In un Europa continentale occupata totalmente dalle potenze nazi-fasciste, la Svizzera diventa presto come nota lo storico italiano Michele Sarfatti, l’unica isola di libertà.
La zurighese Lilly Volkart riuscì ad Ascona, sulle pendici del Monte Verità, a creare un oasi che accolse diversi orfani e bambini ebrei durante il periodo del conflitto. La signora Volkart operava più case in collina, in maniera autonoma dalla Schweizerisches Hilfswerk für Emigrantenkinder, ma ricevendo comunque dei contributi. Volkart non si limitò ad accogliere i bambini – generalmente da due anni fino a 18 anni – bensì anche di dare delle strutture ed educazione a dei bambini traumatizzati dagli eventi bellici.
Lilly Volkart nel 1928, all’età di trent’anni giunge ad Ascona per stare vicino ad una sua cara amica, la Sig.ra Hesse-Bernoulli, la prima moglie di Hermann Hesse. Giunge ad Ascona con due bambini, figli di una coppia di medici zurighesi bisognosi di cure. Da questo momento altri conoscenti della coppia di medici affidarono a Lilly Volkart altri bambini. Volkart decise quindi di aprire una casa di accoglienza per bambini. Nel 1930, con il sostegno di uno zio, acquistò una prima casa sulle pendici del Monte Verità di Ascona. Nel 1933 ven ne fondata la Schweizerisches Hilfswerk für Emigrantenkinder. Lilly Volkart accolse innanzitutto figli di rifugiati politici e poi solo in seguito bambini ebrei. Dal 1942, accolse prevalentemente figli di internati , in particolare bambini che avevano problemi comportamentali.
Lilly Volkart svolse questo compito con un’ammirevole dedizione, altruismo e amore. Ebbe un rapporto personale con ogni singolo bambino e i bambini accolsero molto bene questa familiarità e questo attaccamento. Volkart aveva organizzato le sue case come una grande famiglia, con volontari che sapevano offrire una struttura a bambini profondamente toccati dagli eventi bellici.
L’opera gestita da Volkart era molto dinamica e operativa. Poco teoria e molto lavoro pratico. I bambini svolgevano e imparavano anche compiti quotidiani come cucinare, lavare oppure ancora attività ludiche e lavori manuali. Volkart introdusse un approccio educativo molto avanzato per il periodo. Un atteggiamento che però non accolse sempre e solo pareri positivi. Piuttosto vi furono anche spesso delle critiche, in verità considerati i risultati ottenuti, senza alcun fondamento. Quanto riportato qui sotto è un esempio delle rare critiche. Una sorte di denuncia scritta dall’avvocato e ingegnere ebreo Marc Chapiro di Ginevra alla Direzione della Schweizerisches Hilfswerk für Emigrantenkinder il 23 settembre 1944. Quanto vi riportiamo qui è la traduzione parziale della risposta fornita dalla Direzione della Schweizerisches Hilfswerk für Emigrantenkinder sezione Ticino il 10 novembre 1944 al j’accuse di Marc Chapiro.
Sapevo molto bene che da quando la signora Dr. Weber era presenta nella casa dei bambini si ebbe una violenta agitazione contro la direzione della casa, cio nonostante era convinta che questa agitazione non era in alcun modo giustificata. La mia intenzione era di ignorare le accuse mosse dal sig. Chapiro nei confronti del sig. Thelin e piuttosto tranquillizzarvi con una spiegazione dettagliata.
La mia lettera era già redatta quando venne da me una delegazione bambini a lamentarsi della gestione della casa. Allora ho ritenuto mio dovere avviare una nuova e approfondita indagine. Il mio primo passo è stato quello di fare in modo che il professor Hanselmann facesse una visita non annunciata alla signora Volkart. Non c’è bisogno che scriva sulla personalità del professor Hanselmann. Non è solo un rinomato studioso nel campo della psicologia infantile, ma ha anche gestito case per bambini (Kinderheime) per diversi anni. Dopo una visita di quasi tre ore a Lilly Volkart, il professor Hanselmann è stato in grado di rassicurarmi completamente che sono esclusi gravi abusi nella casa per bambini….
…Insieme a noi, la Dottoressa Sutro ha interrogato i bambini in dettaglio, e poi abbiamo tenuto un’assemblea generale con i bambini e la direzione della casa. Si è scoperto sempre di più che l’intera faccenda era stata messa in scena da tre o quattro bambini molto dotati e precoci ma ovviamente non giudicanti che influenzavano più o meno gli altri ed erano essi stessi sotto l’influenza di elementi esterni alla casa.
Tutte le accuse sul cibo e sul duro lavoro sono state respinte dagli stessi bambini come del tutto infondate. Tutto ciò che restava era la loro antipatia e sfiducia nei confronti della Sig.ra Dr. Gottschlick e l’accusa di aver avuto un’influenza sfavorevole su Lilly Volkart e di punire troppo severamente gli stessi bambini.
La diffidenza nei confronti della Sig.ra Dott. Gottschlick si basava principalmente su malintesi. I bambini erano dell’opinione che fosse una tedesca con atteggiamenti antisemiti, invece era danese, sposata con un tedesco e che il loro matrimonio terminò dato che il marito divenne nazista….Si può concedere che la dott. Gotschlich ha un modo talvolta un po’ superiore e ironico con i bambini, che spesso viene frainteso.
Le accuse fatte dai bambini a riguardo alle cure mediche date dalla Sig.ra Dott. Gottschlick sono di una tale ingenuità che ci si può solo riderci sopra. Qualche tempo fa abbiamo avuto il Dr. Philippson nell’orfanotrofio, che per anni ha supervisionato gli ospedali pediatrici di Francoforte sul Meno. Ci ha potuto rassicurarci sul fatto che la Sig.ra Dr. Gotschlich è un eccellente medico.
Volkart non fu sola, ebbe dei collaboratori come la D.ssa. Gottschlick ma anche un aiuto diretto da parte delle autorità ticinesi e singole persone. Una persona in particolare che prese a cuore il lavoro di Lilly Volkart fu il Barone tedesco Von der Heydt, conosciuto ad Ascona per avere costruito l’albergo in stile Bauhaus sul Monte Verità.
Nel 1942 Von der Heydt aveva permesso a Lilly Volkart di affittare la Casa Cedro. L’affitto della casa era di CHF 200/mese e permetteva di ospitare 30 bambini. Von der Heydt s’interessò molto di Volkart, tanto da compiere in seguito ulteriori donazioni, per esempio coperte di lana per i bambini.
Von der Heydt rimane ciònonostante una figura molto controversa. Mecenate, collezionista di opere d’arte soprattutto orientali, benefattore di Lilly Volkart, e nello stesso tempo fosse diventato cittadino elvetico dal 1938, finanziatore del Terzo Reich, in particolare dello spionaggio nazista e più gravemente nazionalsocialista, iscritto al NSDAP dal 1935. Von der Heydt servì fino al 1941 come reciclatore di somme e svolse da tramite per finanziare la rete di spionaggio gestita dall’ammiraglio Wilhelm Canaris.
L’attività di Lilly Volkart non si concluse con la fine del conflitto e continuò anche per diversi anni. Dopo la guerra, arrivarono bambini dalla Normandia, dall’Olanda e dal Belgio, bambini profondamente toccati delle vicende belliche. Lilly Volkart che rimase celibe e non ebbe mai figli passò tutta la sua vita a permettere con successo ai “suoi” bambini di avere, nonostante avessero vissuto il peggio, il meglio della vita. E ciò anche con grande successo. Complessivamente Lilly Volkart ha accolto nella sua “casa dei bambini” sulla Collina vicino al Monte Veritä circa 4’000 bambini di diverse generazioni, figli di internati, rifugiati, orfani e tutti provenienti da contesti familiari difficili, malnutriti e trascurati.
Lilly Volkart morì a 91 anni nel 1988 ad Ascona. Oggi dopo 80 anni dalla fine del conflitto del suo contributo rimane molto poco. Vi è ancora una fondazione che porta il suo nome, mentre le case che vennero usate per la sua opera umanitaria sono state nel frattempo vendute oppure rimpiazzate da altre costruzioni. Non è completamente dimenticata, anche grazie al recente – apparso nel 2022 – romanzo storico di Mattia Bertoldi, si può ancora imparare molto dall’importante e particolare atteggiamento altruista di Lilly Volkart.