La regione insubrica è colma di talenti nel campo delle costruzioni. Domenico Trezzini ingegnere-architetto a San Pietroburgo, la stirpe Solari a Mosca, i fratelli Fossati a Odessa e San Pietroburgo. Abbiamo anche scritto nel passato di Pietro Morettini e come abbia permesso alla piccola comunità di Andermatt di disporre del primo tunnel, eseguito nel 1709. Un figura molto importante per lo sviluppo delle autostrade nella regione insubrica – ma meno nota – è quella del ingegnere milanese Piero Puricelli. In questo breve contributo vi illustriamo la sua storia.
Piero Puricelli è stato un ingegnere civile italiano che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle infrastrutture di trasporto italiane. Nasce a Milano nel 1883, la sua famiglia è nobile, tanto che porta anche il titolo di conte di Lomnago. Puricelli, grazie al padre che era già ingegnere edile, ha il vantaggio di studiare all’estero, e in particolare al Politecnico Federale di Zurigo, dove si laurea in Ingegneria nel 1905. Poliglotta, da subito iniziò la sua carriera di ingegnere civile lavorando a diversi importanti progetti infrastrutturali in Italia.
Già nel 1922 partecipò al progetto per la realizzazione di un autodromo nazionale a Monza, a Nord di Milano. Puricelli insieme Arturo Mercanti (responsabile del progetto), e all’ingegner Alfredo Rosselli, seppero concepire due soluzioni: un tracciato ad alta velocità e uno stradale, collegati per poter essere utilizzati contemporaneamente. La lunghezza complessiva era di 10 km, il circuito sarà poi conosciuto come “il più veloce del mondo”. La costruzione dell’autodromo fu decisa nel gennaio del 1922 dall’Automobile Club di Milano per commemorare il venticinquesimo anniversario dalla fondazione. I lavori iniziarono il 15 maggio e in soli 110 giorni venne completato.
Tuttavia, fu il suo lavoro sull’autostrada Milano-Laghi che gli valse un ampio riconoscimento e cementò la sua eredità come uno dei più importanti ingegneri civili. L’autostrada Milano-Laghi, nota anche come autostrada A8, è un’importante arteria stradale che collega Milano, centro economico italiano, con il distretto dei laghi nel nord della pianura padana.
La sua idea fu tanto semplice quanto geniale: costruire una strada solo per le autovetture (camion, motociclette) senza i problemi delle strade “normali”, facendo pagare un pedaggio che potesse ripagare la società che l’ha costruita e le spese di manutenzione, entrambi società appartenenti a Puricelli. Senza incroci e senza il problema del traffico lento (biciclette, cavalli, carri…) le autostrade secondo l’idea originale di Piero Puricelli avrebbero rappresentato una novità foriera di ulteriori sviluppi: aumento della produzione di autoveicoli, sviluppo del commercio, e soprattutto del turismo. L’opera di Puricelli, allora una prima mondiale, ebbe tutte le peculiarità delle moderne autostrade: estesa lunghezza dei rettilinei, ampie e agevoli curve, i servizi lungo l’autostrada (distributori di benzina e aeree di servizio). Puricelli, grazia al suo background acquisito a Politecnico Federale di Zurigo andò ben oltre, occupandosi anche di studiare l’asfalto (vedi anche il nostro contributo su Ernest Guglielminetti), alfine di favorire la velocità, e concepire tutta una serie di infrastrutture (cavalcavia, gallerie, aree di servizio, caselli autostradali, etc).
Nel 1922 Puricelli – che si definiva “ingegnere architetto” – presentò a Benito Mussolini con il quale aveva in comune anche un passato elvetico, il progetto dell’autostrada Milano-Laghi, diventando anche ingegnere capo dello stesso progetto. A quarant’anni e in un tempo record di costruzione di soli 15 mesi, il 20 settembre 1923 fu inaugurato, presente il re Vittorio Emanuele III, il primo tratto dell’autostrada Milano-Laghi fino a Gallarate. Per l’epoca fu un’opera avveniristica, anche per tutta l’Europa, considerando il fatto che il numero di veicoli a motore circolanti in Italia e in Europa nel 1924 era esiguo. Da notare anche come Gallarate allora faceva ancora parte della provincia di Como. Solo nel 1927 verrà creata la provincia di Varese. La Milano-Varese fu la prima autostrada d’Europa e del mondo: lunga 49 km, aveva due corsie e venne aperta al traffico il 21 settembre 1924. Il 27 giugno 1925 venne aperta la Milano-Como, lunga 36 km.
L’autostrada Milano-Laghi divenne rapidamente una delle arterie di trasporto più importanti d’Italia, collegando il cuore industriale del paese con le destinazioni turistiche del nord. L’autostrada contribuì anche a stimolare lo sviluppo economico della regione facilitando il movimento di merci e persone e rimane tuttora un collegamento vitale. L’opera costò 90 milioni di lire, dieci in più del preventivo. Puricelli nei calcoli di utilizzo aveva previsto un transito giornaliero di mille auto. La cifra venne raggiunta rapidamente dopo un paio d’anni e raddoppiata a metà degli anni Trenta.
L’autostrada Milano-Laghi fu un esempio del boom economico italiano del primo dopoguerra, che vide il Paese investire massicciamente in progetti infrastrutturali per sostenere l’economia in crescita. Puricelli, divenuto nel frattempo varesino di adozione, venne assorbito anche molto rapidamente dal nascente fascismo di Benito Mussolini. Il fatto di aver studiato a Zurigo gli permise di aver un ruolo di primo piano anche nella progettazione di autostrade paneuropee, specialmente quelle tedesche. Puricelli divenne quindi rapidamente una sorta di “Re delle Autostrade”, numerevoli furono le sue conferenze e visite in Germania, anche prima dell’avvento del nazismo. Ma il rapporto con i tedeschi, soprattutto dopo l’avvento di Adolf Hitler, considerato l’Autokanzler, non fu facile, e largamente osteggiato bensì Puricelli si fosse nel frattempo avvicinato a Benito Mussolini. Nel 1925 prese la tessera del Partito Nazionale Fascista, mentre nel 1929 fu nominato Senatore e divenne vicepresidente della Banca Commerciale Italiana. Venne nominato Commissario straordinario alla Fiera di Milano, Presidente e benefattore dell’Istituto dei Ciechi, insignito di molteplici onorificenze in Italia, Francia (la Legione d’onore), in Vaticano, in Europa e perfino oltreoceano.
Nel maggio 1942 egli suggerisce a Mussolini di proporre all’IRI la creazione di una società per creare una grande arteria autostradale da Bologna a tutto il Mezzogiorno, così da permettere la “fusione dell’Italia meridionale con l’Italia settentrionale” e incentivarne l’industrializzazione, in questo modo anticipando il programma dell’IRI degli anni ’50.
Il rapporto di Puricelli con il fascismo cambia radicalmente dopo l’ordine Grandi del 25 luglio 1943 e la rimozione di Benito Mussolini a capo del governo in Italia. Puricelli all’avvento della Repubblica Sociale Italiana, ebbe subito dei contrasti con la nuova ala estremista neo-fascista della RSI. Non riuscì a rimanere per molto tempo in Lombardia, e grazie al suo passato elvetico, riuscì in maniera avventurosa a passare il confine elvetico e farsi accettare come rifugiato politico in Svizzera già alla fine del 1943.
Dopo la Seconda guerra mondiale, dopo essere stato prosciolto dall’accusa di collaborazionismo e di fiancheggiamento del regime, operò ancora nel settore immobiliare. Morì a Milano l’8 maggio 1951.
Puricelli oltre che essere abile “ingegnere architetto” fu anche un imprenditore. Buona parte dei sui progetti vennero portati a termine dalla sua propria ditta di costruzioni, specializzata nelle costruzioni stradali. Il 9 marzo 1912 fonda la ditta “Ing.ri Gola & Puricelli Società Anonima per la Costruzione e Manutenzione delle Strade” trasformandola nel 1914 in “Società Anonima Puricelli Strade e Cave” con sede a Milano. Nel 1926, a seguito di una fusione con altre aziende del settore, la ditta assume la denominazione di “La Strada Società Anonima per la Costruzione e Manutenzione delle Strade”.
Nel 1940 la ditta cambia ragione sociale in Italstrade SA: in questi anni svolge anche attività di ricostruzione edilizia a Milano tramite la controllata Talco An e di sfruttamento delle risorse minerarie di Scafa tramite Scafa Asfalti Fabbricazioni e Affini. Diventata S.p.A., amplia il settore di intervento alla costruzione e manutenzione di infrastrutture (strade, porti, ferrovie, opere idrogeologiche e di bonifica) e sulla sperimentazione di nuovi materiali strumentali alle sue attività. Italstrade, negli anni 70 e 80 era seconda per fatturato solo a Impregilo e aveva acquisito molti lavori all’estero,e appartenendo al gruppo IRI ha partecipato fino alla sua cessione a quasi tutti i lavori di infrastrutture eseguiti in Italia. Italstrade, a causa delle pesanti perdite registrate nel periodo 1992-1994, confluì pochi anni dopo nel 1999 nel gruppo Astaldi S.p.A.. Quello rimane di Italstrade è stato dal 2020 integrato nel gruppo italiano Webuild. Un gruppo multinazionale che opera nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria. È attivo in oltre 50 Paesi nella realizzazione di importanti opere di ingegneria civile: dighe e impianti idroelettrici, opere idrauliche, ferrovie e metropolitane, aeroporti e autostrade, edilizia civile e industriale.
Oggi, le autostrade italiane rimangono una parte fondamentale dell’infrastruttura di trasporto del Paese, sostenendo la crescita economica e facilitando la circolazione di merci e persone. L’eredità di Piero Puricelli vive nei molti progetti infrastrutturali importanti che ha contribuito a progettare e costruire, tra cui l’autostrada Milano-Laghi, che continua a essere un collegamento vitale nella rete di trasporti italiana.
Un aspetto interessante, che avvicina la storia di Puricelli ancor più a quella elvetica, è il fatto che a Lomnago, la residenza della sua famiglia, Villa Puricelli, vi è dal 2009 nelle ex-stalle un simpatico museo “svizzero”. Si tratta del Museo Appenzeller, per visitarlo consultato questo indirizzo web.