Uno degli aspetti più interessanti nella presenza delle forze tedesche e fasciste nella regione del Lago Maggiore, è l’uso che viene fatto di un imponente villa, conosciuta come Villa Caramora, posta all’ingresso della città di Verbania, se si viene dalla statale di Cannobio-Ghiffa. In questo breve articolo riportiamo la storia di questa villa, ma anche del suo occupante nel giugno 1944, cioè il capitano della SS-Polizei Ernst Weis. Su di lui avevamo già scritto precedentemente in Insubrica Historica.
Ernst Weis nasce a Stettino il 20.6.1894. Non è noto se Weis partecipa alla Prima Guerra Mondiale. Il fatto che avesse 20 anni nel 1914, lascia presupporre che vi abbia partecipato, perlomeno viene decorato con una Croce di Ferro. Dopo il conflitto mondiale, è probabile che passi un periodo difficile, come diversi altri tedeschi della sua età. Le sanzioni alleate combinate alla crisi economica e politica della Repubblica Weimar, fanno si che diversi giovani reduci assumono facilmente un orientamento politico di estrema destra.

Immagine di Ernst Weis con i gradi di tenente colonello, fotografia probabilmente del 1940. Fonte: Insubrica Historica

Di Weis sappiamo per certo che segue una formazione nella Polizei a Recklinghausen (zona della Ruhr) e che aderisce all’NSDAP già nel 1933. Un dettaglio interessante, e che proprio a Recklinghausen, abbiamo un altro ufficiale della Waffen-SS Italiana e della SS-Polizei attivo in Ossola. Ovvero il capitano Hauptsturmführer SS Friedrich Noweck, il quale ritornerà a Recklinghausen addirittura dopo il conflitto, ricoprendo fino al suo pensionamento attorno al 1970, il grado di commissario di polizia nella Repubblica Federale Tedesca.
Ritornado a Weis, sappiamo che ottienre il grado di ufficiale – secondo certi fonti Major maggiore – della Schutzpolizei. Viene poi nominato primo comandante del Polizei-Bataillon 65 (Colonia) dal settembre al novembre 1939. Più tardi viene trasferito al comando del Polizei-Ausbildungs-Bataillon “A”309: con questa unità serve a Radom, Polonia centro orientale, dal settembre 1940 al maggio 1941.
Weis, al comando del Pol.Btl.309 sul fronte orientale nella zona di Bialystok (oggi Polonia nord-orientale, al confine con la Bielorussia), si fa una reputazione sterminando ebrei e civili; viene decorato per i massacri ordinati con la Croce di Ferro di II Classe. Lo storico americano Daniel Goldhagen ne riporta nel suo lavoro “i volenterosi carnefici” brevemente i dettagli degli eccidi commessi da questo ufficiale sul fronte polacco.

“Una pattuglia della Ordnungspolizei si è imbattuta in armi e attrezzature belliche nascoste”. (Serie di cartoline: Kriegs-Winter-Hilfswerk 1939/40). Fonte: Insubrica Historica

Un dettaglio non trascurabile, è il luogo geografico di questi eccidi. Nell’Occidente abbiamo la tendenza ad associare la Shoah, l’eccidio di ebrei prevalentemente con i campi di sterminio, a noi conosciuti, come per esempio Auschwitz-Birkenau, Dachau oppure Bergen-Belsen. Lo sterminio di ebrei avviene però per almeno l’80% altrove. Direttamente sulla cintura che parte dai paesi baltici per raggiungere il Mar Nero. È in questo lembo di territorio che almeno 4-5 Milioni di ebrei, rimasti quasi tutti senza identità, vengono sterminati.

Pattuglia della SS-Polizei e Ordnungspolizei sul fronte Orientale. (Serie di cartoline: Il giorno della polizia tedesca 1942). Fonte: Insubrica Historica

Ritornando a Weis, sappiamo che dall’1.8.1942 fino al suo arrivo all’SS-Pol.Rgt.15, rimane a Vienna come coordinatore e comandante della protezione aerea al comando della Schutzpolizei.
Weis si unisce all’SS-Pol.Rgt.15 primavera del 1944. È un trasferimento forzato, dato che Weis reclama per diversi mesi una posizione operativa presso i superiori. A malavoglia gli si viene affidato il SS-Pol.Rgt.15. Il motivo, di questa assegnazione, è quello di portare esperienza pratica nello Stato Maggiore di questo reggimento di Polizei. Weis, pur avendo sterminato ebrei, aveva sulla carta più esperienza pratica, che l’attuale comandante del Reggimento, Hans Buch. In questo modo Weis permise a Buch di passare un periodo di più mesi direttamente nello Stato Maggiore del Bandenbekämpfungsstab Italien West, comandato da Willy Tensfeld.
Per conto di Willy Tensfeld, Weis dirige le seguenti operazioni a livello di reggimento: “Habicht”, 10-13 maggio 1944, zona Sangone, valle del Sangonetto (impiegati 50 ufficiali e 2000 uomini); “Amburgo”, 27 maggio-3 giugno 1944, zona Susa, Chisone e Germanasco (impiegati 110 ufficiali e 3000 uomini); “Colonia”, 11-22 giugno 1944, zona Intra, lago Maggiore (impiegati 200 ufficiali e 4200 uomini).
In Ossola, e in particolare a Villa Caramora, appare solo temporaneamente sempre in veste di tenente colonnello dell’SS-Pol.Rgt.15. L’unica volta che vi appare è proprio durante il grande rastrellamento del giugno 1944, conosciuto come operazione Köln. In questa occasione soggiorna direttamente presso Villa Caramora.

Immagine di Villa Caramora presa dalla strada statale. Fonte: Insubrica Historica

Momentaneamente disabitata, la Villa viene usata dai tedeschi come luogo di comando, ma anche di tortura. Nello stesso scantinato della Villa, durante il periodo 19-20 giugno 1944, vengono portati una cinquantina di partigiani e civili precedentemente catturati in Val Grande.

Elementi della SS-Polizei scortano nel pomeriggio del 20.6.1944 il gruppo di partigiani che verrà poi fucilato dopo poche ore, nel tardi pomeriggio, a Fondotoce. Fonte: Casa della Resistenza

Il gruppo partigiano appartiene in sostanza ad un gruppo più numero che era stato gestito dal comandante partigiano Mario Muneghina. Trovandosi in difficoltà durante il rastrellamento, lo stesso Muneghina con pochi subalterni, aveva abbandonato il gruppo, e riuscendo a mettersi in salve sopra la gallerie di Finero, direttamente a ridosso del confine elvetico con le Centovalli.

In primo piano a sinistra capitano della SS-Polizei con una staffetta, pomeriggio del 20.6.1944 il gruppo di partigiani verrà poi fucilato dopo poche ore, nel tardi pomeriggio, a Fondotoce. Fonte: Casa della Resistenza

Weis, dopo aver ordinato la fucilazione dei 43 partigiani e civili a Fondotoce il 20 giugno 1944, ne approffittò anche per festeggiare, in pompa magna anche il suo 50esimo compleanno. Una festa di cattivo gusto, se si legge la testimonianza delle persone detenute nello scantinato, in particolare le memorie dell’ex giudice fascista Emilio Liguori, caduto nel frattempo in disgrazia, e catturato appunto dai tedeschi.

Elementi della SS-Polizei scortano nel pomeriggio del 20.6.1944 il gruppo di partigiani che verrà poi fucilato dopo poche ore, nel tardi pomeriggio, a Fondotoce. Dettaglio del cartellone, scritto in un italiano abbastanza particolare. Quasi fosse una diretta traduzione dal tedesco: Sind das die Befreier Italiens oder sind es die Banditen? Fonte: Casa della Resistenza

Terminata la festa di compleanno, Weis venne immediatamente trasferito il giorno dopo. Assunse dal 21 giugno 1944 il comando del Reggimento Gal.SS- Freiw.Rgt.7 (Polizia) presso Galatz (est della Romania). Nonostante abbia fatto di tutto per essere promosso a Colonnello, rimane tenente colonnello fino alla fine delle ostilità, trascorrendo l’ultimo mese del conflitto in un ospedale di polizia a Karlovy Vary (Boemia).
Dopo il conflitto, si trasferisce a Mönchengladbach, chiedendo invano nel 1947 di essere reintegrato nella polizia. Il territorio della Ruhr e gestito dalle forze inglesi, che nonostante abbiamo quasi totalmente integrato nella Polizei i gradi subalterni, hanno comunque il riflesso di non ammettere Weis nella Polizei.
Si puo immagine che la vita di Weis in questo frangente è molto precaria. Mancanza di lavoro, pochi mezzi finanziari a disposizione, ma pur sempre vivo. Weis viene identificato grazie alle informazioni ottenute dalla Sonderkommission dell’LKA Baden-Württemberg, viene interrogato per la prima volta sui fatti di Bialystok nel 1960, negando naturalmente qualsiasi coinvolgimento nei massacri ed eccidi di ebrei.
Muore nell’agosto 1964, mentre è sotto inchiesta preliminare della Procura di Mönchengladbach.
Villa Caramora dall’ottobre 2023 è anche un punto storico del “Percorso della Speranza“. Un percorso fra Verbania, Cannobio, Brissago e Ascona, che permette di ripercorre il tragitto di ebrei, partigiani e fuggiaschi tra gli anni 1943 e 1945. In quel periodo, partendo dall’Italia devastata dalla guerra e dalle leggi razziali, molte persone trovarono rifugio nella vicina Svizzera. La fratellanza e l’accoglienza che hanno caratterizzato le relazioni tra le popolazioni dei due paesi confinanti hanno consentito alla maggior parte delle persone giunte di essere ospitate nella Confederazione Elvetica, salvandosi la vita. Il “Percorso della Speranza” è un progetto concepito dalla Fondazione Monte Verità e Insubrica Historica.