Fra pochi giorni cade l’ottantesimo l’anniversario di due importanti eventi che hanno toccato lo specchio d’acqua del Lago Maggiore, in particolare la zona che da Luino porta a Baveno. Il lunedi 25 settembre 1944 e martedi 26 settembre 1944 vi furono una serie di bombardamenti Alleati – molto probabilmente americani – su questa parte del Lago, che portarono a numerosi decessi. Su questo evento avevamo già scritto nel passato e vi ritorniamo con l’analisi e traduzione di un documento inedito redatto dalla National Intelligence Authority. 

La motivazione di ricordare questi fatti ci è data da una recente scoperta che abbiamo fatto presso l’archivio governativo americano di Washington DC. Il documento “Central Intelligence Group. (1/22/1946 – 9/18/1947); War Department. Office of the Assistant Secretary of War. Strategic Services Unit. 9/1945-10/19/1946; Office of the Coordinator of Information. 7/11/1941-6/13/1942; Joint Chiefs of Staff. Office of Strategic Services. 6/13/1942-10/1/1945; Central Intelligence Agency. 12/4/1981” tanto interessante quanto impreciso è l rapporto storico di quanto l’Office of Strategic Services compie durante la Seconda Guerra Mondiale. Un completo rapporto che copre tutti i teatri bellici, dall’Asia all’Europa, e che non sorprendetemente riporta anche i fatti avvenuti in Ossola.

Il rapporto del Office of Strategic Services (OSS) sul loro operato durante la Seconda Guerra Mondiale. Fonte: Central Intelligence Group. (1/22/1946 – 9/18/1947); War Department. Office of the Assistant Secretary of War. Strategic Services Unit. 9/1945-10/19/1946; Office of the Coordinator of Information. 7/11/1941-6/13/1942; Joint Chiefs of Staff. Office of Strategic Services. 6/13/1942-10/1/1945; Central Intelligence Agency. 12/4/1981. URL

Testualmente il documento – per molti anni tenuto segreto – riporta il seguente testo sulla vicende in Ossola. Vi riportiamo la parte integrale originale tradotta in italiano con il nostro commento:

+++++inizio della citazione++++++++++++

Una delle principali sommosse si ebbe in Val d’Ossola, dove un folto gruppo di partigiani, uno dei cui capi era l’agente OSS “Como”, “attaccò le guarnigioni tedesche lungo il Lago Maggiore e cercò di eliminare il nemico da un tratto della frontiera italo-svizzera”.

L’agente OSS Como è Sandro Beltramini (Como 1911 – Andora 2002). Medico ortopedico comasco e comandante partigiano. Ufficiale di collegamento dell’OSS americano durante il periodo 1944-1945 appartenente ad una missione chiamata Violet-Violetta, e conosciuto con il nome in codice di “Como”. Fautore della liberazione dell’enclave di Campione d’Italia il 28.1.1944. Attivo in Ossola durante le vicende dalla Zona Libera. Nel dopoguerra dirigente del PCI a Milano, dove è titolare di una casa di cura.

Spaventa il fatto che l’OSS consideri Beltramini uno dei capi/responsabili di quanto succede in Ossola. Troppo distante fisicamente da quanto avviene, Beltramini che rimane a Campione d’Italia ebbe al massimo un ruolo di secondo piano nelle vicende ossolane. Che l’OSS consideri Beltramini in questa posizione, è una prova della poco importanza che i fatti in Ossola rivestono nella visione bellica alleata, ma in particolare in quella americana.

“Como” aveva contattato spesso l’OSS/Svizzera e aveva stabilito una base di appoggio a Campione. Da lì si recava spesso in Svizzera per procurarsi attrezzature e armi e trasportarle oltre il confine ai patrioti italiani. L’11 agosto una missione OG, CHRYSLER, composta da due ufficiali OG e tre uomini arruolati, si paracadutò per unirsi ai partigiani, insieme a sette tonnellate di rifornimenti.

La missione Chrysler, conosciuta anche come missione Holohan/Icardi viene paracaduta sul Mottarone molto più tardi. Appunto nella notte del martedi 26 settembre 1944 al mercoledi 27 settembre 1944.

All’inizio di settembre i tedeschi avevano impegnato fino a due divisioni per eliminare le bande della Val d’Ossola. Il 9 settembre occuparono la città di Cannobio. Due settimane dopo, i partigiani comunicarono all’OSS/Svizzera che avrebbero potuto riconquistare la città se fossero stati supportati da attacchi aerei alleati su alcuni punti specifici, tra cui le caserme nemiche e le barche da lago utilizzate come mezzi di trasporto.

Due Divisione tedesche equivalgono approssimativamente a 2x 15000 militi. Cosi tanti effettivi non erano disponibili in Nord Italia, nella regione ai margini dell’Ossola. Si sa che l’effettivo impiegato per rioccupare la Zona Libera Ossola è invece molto ridotto. Circa 3500 militi appartenenti ad un potpourri di unità tedesche e fasciste. L’operazione su Cannobio del 9 settembre viene invece fatta con circa 200-300 militi. La maggior parte del Reggimento Paracadutisti Folgore, ma anche Marò della Decima Mas ed Allievi Ufficiali della GNR. Alla rioccupazione di Cannobio vi partecipa Dario Fò (Reggimento Folgore) e Enrico Maria Salerno (Allievo Ufficiale GNR). Entrambi non hanno ancora compiuto i 18 anni.

Berna trasmise il messaggio a Caserta il 22 settembre e il 25 settembre, giorno dell’attacco partigiano, la Tactical Air Force bombardò come richiesto:

Particolare interessante per future ricerche sulla dinamica del bombardamento in questione. Può essere una pista di ricerca valida quella della Tactical Air Force.

Il bombardamento fu un successo completo. Le piattaforme di sbarco a Luino furono distrutte e sei piroscafi lacustri furono danneggiati al molo. Un grande piroscafo che trasportava 500 truppe fasciste è stato affondato… Il bombardamento ha avuto luogo contemporaneamente all’attacco partigiano e la riconquista di Cannobio è stata portata a termine con successo. I partigiani hanno ora il controllo dell’intera regione fino a un punto a nord di Intra. Grazie a questa operazione, il morale si è alzato notevolmente in tutto il Nord.

Il bombardamento – in verità sono sei distinte azioni – può essere considerato un successo, ma le perdite riportate nel documento sono esagerate e non rispecchiano quanto succede. La dinamica degli eventi è piuttosto la seguente:

Bombardamento di Fondotoce il 25 settembre 1944 alle 15:10 del pomeriggio:
Il gruppo di caccia alleato arrivò da sud, attraverso il lago, su Verbania-Fondotoce. Due aerei bombardarono una casa a Fondotoce. Ad oggi, non è stato possibile accertare con certezza quale casa sia stata colpita. Potrebbe trattarsi di una casa in prossimità dell’attuale rotonda che porta a Mergozzo/Casa della Resistenza. 

Bombardamento di Intra-Alta il 25 settembre 1944 alle 15:10 del pomeriggio:
Quattro aerei attaccarono Fondotoce, bombardando un posto di blocco fascista, che apparentemente aveva aperto il fuoco contro di loro. Venne bombardata un grande casone adibito a modesta abitazione per dei lavoratori. L’edificio portava il nome “il Cassinone”, posto nella zona di Intra-Alta. Il bombardamento della casa ha causato la morte di 9 civili (secondo altre fonti sono stati uccisi 11 civili) e diversi civili sono rimasti feriti.

Attacco aereo di Baveno e affondamento della nave “Genova” il 25 settembre 1944 alle 15:30 del pomeriggio:
La località di Baveno viene attaccata da sei aerei militari. L’attacco aereo portò all’affondamento del battello “Genova” che trasportava solo civili: 34 passeggeri rimasero uccisi. La nave “Genova” fu costruita nel 1912 da Bacigalupo ed era lunga 43,3 metri. Come le navi simili “Milano” e “Torino”, poteva trasportare un centinaio di persone a bordo. L’imbarcazione affondò vicino alla riva del lago. Ad oggi, non è chiaro se i relitti giacciano ancora sul fondo del lago o se siano stati demoliti dopo la guerra. Non sono stati rilasciati documenti ufficiali al riguardo.

Attacco aereo di Luino e affondamento della barca “Torino” il 25 settembre 1944 alle 16:00 del pomeriggio:
L’intervento aereo sul Lago Maggiore di lunedì 25 settembre culminò con l’affondamento del secondo battello “Torino” che si inabissò per alcuni metri nel porto di Luino. Il battello “Torino” verrà ricuperato e rirpristinato dopo il conflitto, ed è nel 2023 ancora in servizio sul Lago Maggiore. 

Piroscafo Torino in servizio sul Lago Maggiore in un foto d’inizio secolo.

Lo stesso piroscafo Torino come si presenta invece nel 2023

Attacco aereo di Intra e affondamento del battello “Milano” il 26 settembre 1944 alle 9:30 del mattino:
Al mattino di martedì 26 settembre 1944, ignorando i precedenti attacchi aerei, il comandante del battaglione, il maggiore Giovanni Ledo (1907 – n.d.a.), dell’unità fascista “Guardia Nazionale Repubblicana” (GNR) delle truppe d’assalto “Venezia Giulia”, decise di salpare da Laveno per Intra. Ordinò di caricare munizioni e altri beni militari a bordo della nave “Milano”. La nave trasportava anche 40 soldati e 30 civili. Quando la nave si trovò in mezzo al lago in navigazione verso la sua destinazione, fu attaccata da alcuni aerei da combattimento. Ufficialmente furono uccisi 12 civili e 14 soldati, ma molto probabilmente il numero delle vittime fu molto maggiore. Il maggiore Ledo sopravvisse, ma fu gravemente ferito e non tornò più a combattere. Il comando del battaglione passò defacto al giovane ufficiale Ajmone Finestra, il quale dopo il conflitto diventerà sindaco di Latina.

Attacco aereo di Intra il 26 settembre 1944 alle 10:00 del mattino:
Dopo l’affondamento della terza imbarcazione chiamata “Milano”, gli aerei continuarono la loro attività di mitragliamento sul lungolago e sul porto di Intra, il quale venne mitragliato ma senza terribili conseguenze.

La notizia che un’operazione partigiana era stata sostenuta con successo dalle operazioni aeree alleate fu considerata dai tedeschi un duro colpo al loro prestigio militare. I partigiani hanno organizzato un pesante contrattacco e hanno chiesto un ulteriore supporto aereo alleato per un’altra operazione da organizzare in ottobre. Tuttavia, dato che gli aerei alleati erano stati dirottati per sostenere la resistenza di Varsavia, era impossibile soddisfare la richiesta e persino consegnare rifornimenti adeguati.

È interessante sottolineare come per tutto il settembre 1944 non vi sia alcun aviolancio di rifornimenti per i partigiani dell’Ossola, sebbene gli Alleati li avessero promessi. I voli partono da Brindisi e sono prevalentemente di competenza degli inglesi. Vengono impiegati pesanti bombardieri inglesi, quadrimotori tipo Halifax, convertiti in aeroplani da trasporto; i membri dell’equipaggio sono polacchi e appartengono al 1586 Polish Special Duties Flight Squadron.

La concomitanza con i moti di Varsavia del settembre 1944 fa sì che le scarse risorse disponibili vengano convogliate verso quel teatro bellico polacco. Di conseguenza, nel settembre 1944 i tanto attesi aiuti Alleati non giungono mai nell’Ossola. La gestione inglese dei lanci spiega anche la presenza di ufficiali di collegamento del Commonwealth nelle forze partigiane ossolane. Attraverso il valico di Camedo con una evidente anche se non documentata complicità delle guardie di confine, vi è un costante andirivieni di ufficiali Alleati, precedentemente paracadutati nella regione, come ad esempio il tenente canadese George Robert Patterson e il tenente australiano John Desmond Peck.

Era quindi inevitabile che l’attacco tedesco avesse successo. “Como” fece un ultimo viaggio in Svizzera, ottenne una quantità di armi e munizioni svizzere e le caricò segretamente su un treno merci. Quando il controllo di frontiera svizzero scoprì il contrabbando, si impadronì del treno, facendolo precipitare oltre la frontiera in territorio italiano occupato dai partigiani.

Il traffico di armi in questione e in particolare l’incidente riguarda quello che succede il 9 ottobre 1944 al confine di Camedo con Giorgio Ballarini. Lo stesso Ballarini sforza un posto di blocco ferroviario elvetico, provacando un incidente ferroviario. Nella circostanza vengono requisiti dalla autorità elvetiche una carico di fucili mitragliatori Hispano-Suiza, di produzione elvetica destinati alle forze partigiane. I fucili-mitragliatori facevano parte di una fornitura di prova, che l’OSS di Lugano aveva ordinato con la scusa di voler valutare i mitragliatori per le forze armate alleate.

L’agente OSS Como al secolo Sandro Beltramini ha un altra spiegazione per quanto riguarda questo traffico di armi. Qui sotto la lettera spedita al ingegnere Giorgio Ballarini, responsabile della Vigezzina (il tronco italiano da Camedo a Domodossola).

Domodossola, 22 settembre 1944
Egregio Amico,
Sono rimasto veramente esterrefatto quando
ho sentito che ai fatto il mio nome riguardo ad una faccenda della quale non sò né punto né pooo. Ho cercato di assumere informazioni a questo riguardo ma ho trovato una notevole dose di reticenze, e sopratutto non mi sò ancora spiegare come mai sia stato fatto il mio nome.
A quello che mi consta si tratta di armi tedesche, che sono state acquistate mercè il compiacente aiuto di un ufficiale tedesco di Varese ed ai patrioti, per non indicare la effettive provenienza delle armi stesse, venne detto che esse provenivano dalla Svizzera e quantunque mi sia stato negato, può darsi che per dare veridicità alla cose sie anche stato fatto il mio nome.
Ad ogni modo la prego di mettere in chiaro la faccenda perché non desidero assolutamente che mi vengano addossate responsabilità che non ho. Mi faccia sapere, per cortesia, quelche cosa perché io desidero rientrare in Svizzera per conferire con lei, cosa che farò solo quando avrò la sicurezza di non essere ingiustamente trattenuto.
Ossequi alla signora ed a lei una cordiale stretta di mano.
firmato Sandro Beltramini

Interessante aspetto di Sandro Beltramini, dove una parte delle armi durante la Zona Libera Ossola arrivano addirittura da un compiacente ufficiale tedesco di Varese. Molto probabilmente della Zollgrenzschutz.

La sua operazione fu imbarazzante dal punto di vista diplomatico e gli svizzeri la contestarono direttamente, soprattutto in considerazione del fatto che le armi di contrabbando erano di fabbricazione svizzera. La moglie di “Como”, che fungeva da assistente in Svizzera, è stata arrestata.
in Svizzera, è stata arrestata, ma è riuscita a fuggire dal carcere legando insieme delle lenzuola e facendosi uscire da una cantina.

Vedi sopra

Avviso di garanzia per Giorgio Ballerini implicato nel traffico di armi elvetico a favore della Zona Libera Ossola.

A causa del suo legame con “Como”, il rappresentante dell’OSS a Lugano perse il passaporto e i suoi spostamenti da Lugano furono limitati. La partenza di “Como”, non solo dalla Svizzera ma anche dal Campione, divenne imperativa, ma fu necessario un notevole sotterfugio per farlo entrare in Francia, via Ginevra, e tornare in Italia meridionale, dove fu trattenuto per tutta la durata dell’operazione.

Nel frattempo, il 10 ottobre i tedeschi avevano riconquistato Cannobio e la maggior parte della valle era di nuovo nelle loro mani. Il resto della resistenza si disperse o si ritirò sulle colline. La squadra OG CHRYSLER, insieme a numerosi membri della resistenza, attraversò la Svizzera. Due importanti ufficiali operativi dell’OSS furono inviati in Svizzera dalla Compagnia D per ottenere un rapporto di prima mano sulla situazione e per stabilire la procedura per sostenere le operazioni del Nord Italia vicino alla Svizzera.

Effettivamente una parte di Chrysler entra in Svizzera nella fase terminale dei combattimenti per la Zona Libera Ossola. Perlomeno il tenente OSS Victor Giannino e il soldato OSS George Lo Dolce transitano da Camedo attorno al 12.10.1944, senza essere registrati dalle autorità elvetiche.

+++++fine della citazione++++++++++++

Il testo originale del rapporto