Il prossimo 1. Novembre 2024 a Cannobio si celebra il 140esimo anniversario della nascita del tenente generale Annibale Bergonzoli. Figura tanto complessa quanto emblematica del fascismo in questa località. Bergonzoli per l’Inghilterra rappresenta anche caso unico: riceve dagli inglesi una medaglia al valore nella Prima Guerra Mondiale, per poi essere imprigionato nella Seconda Guerra Mondilale. In questo breve contributo di Insubrica Historica ne ripercorriamo brevemente la storia.
Nasce a Cannobio (allora ancora provincia di Novara) il 1 novembre 1884, figlio di Pompeo e Francesca Branca. Pompeo era anche segretario comunale di Cannobio. Da ragazzo, Bergonzoli ebbe sempre il gusto dell’avventura. All’età di sette anni completò una nuotata di 2,4 km attraverso il Lago Maggiore per raggiungere Maccagno.
Dopo aver completato gli studi superiori a Domodossola, si arruolò nel Regio Esercito come ufficiale della riserva, entrando nel novembre 1904 nella Regia Accademia Militare di Modena. Si diplomò con il grado di sottotenente nel 1907.
Si arruolò nel Regio Esercito Italiano nel 1911 e fu subito inviato a partecipare alla Guerra Italo-Turca, contribuendo a prendere il controllo delle aree dell’Impero Ottomano in Libia che divennero in seguito la Tripolitania e la Cirenaica italiane, oltre ad alcune isole del Mar Egeo.
Nella Prima Guerra Mondiale, dopo aver inizialmente dichiarato la neutralità, l’Italia si schierò con la Gran Bretagna, la Francia e la Russia contro la Germania e l’Austria-Ungheria e Bergonzoli fu insignito della Croce Militare Britannica per il coraggio dimostrato nella difesa di Monte Rovegno in Liguria. Ebbe un ruolo di primo piano nella Campagna di Salonicco nei Balcani, durante la quale entrò a far parte dell’Alto Comando Alleato quando una forza combinata di Austria, Germania e Bulgaria fu sconfitta.
Alla fine della Prima Guerra Mondiale, il quale riporta anche delle ferite di combattimento, Bergonzoli ottiene il grado di tenente colonnello viene nominato Capo di Stato Maggiore della XXV Divisione. La promozione a Colonnello seguì immediatamente dopo. Nel periodo 1920-1921 aveva anche combattutto in Somalia riportando ulteriori medaglia. Con i capelli rossi, si era fatto crescere anche una barba stravagante e appariscente che gli valse il soprannome di barba elettrica. Il “Barba Elettrica” non stava mai fermo, sempre irrequieto e apparentemente anche molto esigente con i propri subalterni. Quando i fascisti presero il controllo dell’Italia nel 1922 e riformarono l’esercito, Bergonzoli mantenne il suo grado e fu messo a capo di tre reggimenti.
Elevato a generale di brigata nel 1935, partecipò all’invasione italiana dell’Etiopia, svolgendo sotto il comando del maresciallo Rodolfo Graziani un ruolo fondamentale nella cattura della città di Neghelli in Somalia.
Elogiato da Benito Mussolini, fu poi inviato in Spagna a capo di una divisione di fanteria del Corpo Truppe Volontarie, una forza di spedizione fascista inviata a sostegno di Franco nella guerra civile spagnola. Fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare da Mussolini per aver guidato la cattura di Santander a favore dei nazionalisti di Franco.
Promosso ulteriormente a Maggior Generale e poi a Tenente Generale, Bergonzoli fu messo a capo del XXIII Corpo d’Armata Italiano quando fu tentata l’invasione italiana dell’Egitto nella Seconda Guerra Mondiale, in cui i britannici erano ormai suoi nemici.
Fù comandante della guarnigione italiana di Bardia, un porto marittimo fortemente difeso nella parte orientale della Libia, vicino al confine con l’Egitto, che cadde nel gennaio del 1941 in seguito all’assalto di una forza combinata di truppe britanniche e australiane. Fu una grave sconfitta per gli italiani, che persero quasi 5500 uomini uccisi o feriti, mentre altri 30000 furono fatti prigionieri insieme a una notevole quantità di armamenti e veicoli.
Bergonzoli riuscì a non farsi catturare e a fuggire con altri soldati verso Tobruk, attraversando a piedi circa 120 km di deserto. Mentre gli Alleati avanzavano in Libia, Bergonzoli lasciò Tobruk prima che la città venisse catturata e si ritirò verso ovest, ma mentre gli italiani si preparavano ad evacuare furono nuovamente impegnati a Beda Fomm, sul Golfo della Sirte. Questa volta Bergonzoli fu fatto prigioniero dalle truppe australiane insieme ad altri 25000 italiani.
Come prigioniero di guerra, Bergonzoli fu portato prima a Yol, un campo britannico in India, nell’estremo nord del paese verso la catena montuosa dell’Himalaya, e poi trasferito negli Stati Uniti, per essere detenuto prima a Monticello, in Arkansas, e poi nel Fascist Criminal Camp (campo per non collaboratori) di Hereford, in Texas.
Dopo la resa italiana e l’armistizio del 8 settembre 1943, Bergonzoli rifiutò qualsiasi forma di collaborazione con gli anglo-americani, che a loro volta non gli permisero di tornare in Italia, dichiarandolo pazzo e trattenendolo per altri due anni e mezzo nel reparto psichiatrico dell’ospedale militare di Long Island, a New York.
Finalmente rilasciato nel marzo del 1946, fu reintegrato nell’esercito della nuova Repubblica Italiana e gli fu confermato il grado di tenente generale nel 1947, prima di essere congedato definitivamente all’età di 62 anni.
In pensione, Bergonzoli tornò a vivere a Cannobio fino alla sua morte, avvenuta il 31 luglio 1973 all’età di 89 anni. Il decesso fu fulmineo, morto per strada durante una delle sue quotidiane passeggiate. È sepolto in una modesta tomba nel cimitero del paese.
Conclusione: Annibale Bergonzoli ha servito il Regio Esercito in entrambe le guerre mondiali e ha guidato una forza di spedizione italiana a sostegno dei nazionalisti del generale Francisco Franco durante la guerra civile spagnola. Bergonzoli ebbe l’onore di essere insignito della “Military Cross” durante la Prima Guerra Mondiale, per poi essere tenuto prigioniero di guerra dopo essere stato catturato durante la Seconda Guerra Mondiale.