Giuseppe Garibaldi, una delle figure più emblematiche e celebri del Risorgimento italiano, noto per il suo cruciale ruolo nei processi di unificazione italiana, ha avuto un vasto raggio d’azione che non si è limitato solo ai confini italiani ma bensì è stato attivo anche nel locarnese. Questo contributo è un complemento di quanto scritto precedentemente da noi su Garibaldi. Il 1862, in particolare, fu un anno di significative attività per Garibaldi, culminando in una breve ma storica visita a Locarno, in Svizzera, la domenica dell’8 giugno 1862.
Nel contesto del 1862, Garibaldi stava ancora risentendo delle conseguenze della Spedizione dei Mille del 1860, che aveva segnato l’annessione della Sicilia e della Calabria al Regno di Sardegna, preludio fondamentale all’unificazione italiana. Tuttavia, il suo obiettivo di liberare completamente il Sud e Roma sotto il dominio papale rimaneva incompleto.
La visita di Garibaldi a Locarno la domenica del 8 giugno 1862 non è uno degli eventi più documentati o celebrati della sua vita, ma assume un’importanza simbolica, riflettendo il suo profondo legame con la causa dell’unificazione e la sua reputazione internazionale, Garibaldi l’eroe dei due mondi. Il Locarnese (Brissago e Magadino in particolare) era stato al centro dei fatti d’arme fra le due guerre d’indipendenza del 1848-1859. Probabilmente per onorare il contributo Locarnese alle vicende belliche di Garibaldi sul Lago Maggiore, egli stesso decise di rendere omaggio alla cittadina.

Locarno, a quel tempo, era una piccola cittadina che offriva un luogo discreto per un personaggio come Garibaldi. La visita, durata soltanto una giornata, non fu caratterizzata da eventi pubblici di grande rilievo; tuttavia, servì a consolidare ulteriormente il sostegno e l’ammirazione per Garibaldi tra gli italiani residenti in Svizzera e tra i ticinesi – ed erano numerosi – che supportavano la causa del Risorgimento.

Giuseppe Garibaldi visita Locarno la domenica 8 giugno 1862. Dopo essere stato a Cannero ospite di Laura Mantegazza Solera la quale era proprietaria della Villa La Sabbioncella. Garibaldi, oramai 55enne, riporta ancora delle conseguenze fisiche dalle ferite comportate in Aspromonte, durante la sua detenzione nel forte di Varignano.
Garibaldi giunge a Locarno alle 17.30 accolto dall’inno in suo onore eseguito dalla banda musicale, apprende di essere stato nominato socio onorario delle Società cittadine dei carabinieri e degli operai. Gli viene fatta una grande festa, con coro, musica e fiori.
Quindi viene condotto in trionfo all’albergo della Corona (più tardi Hotel Metropole, ex-Globus, e prossimamente un mega-progetto edilizio da parte di Stefano Artioli con la società Artisa). L’imponente albergo era di proprietà della famiglia Fanciola. Dopo aver parlato dal balcone dell’albero della Corona alle autorità e al popolo, consuma nell’ampio cortile interno una cena insieme a 400 commensali, durante la quale viene omaggiato di una carabina donatagli dal presidente della sezione di Locarno della Società Elvezia.

Dopo aver osservato il padiglione del tiro a segno e, nel palazzo del Governo, la sala delle sedute dei rappresentanti del popolo é del potere esecutivo comunale, l’eroe si reca per un breve rinfresco a Muralto presso la villa Liverpool, sita in Via San Gottardo 37. La villa apparteneva a Lodovico Pedroni, un ricco commerciante locarnese, emigrato in Inghilterra, con un’interessante storia che vale la pena di esaminare in dettaglio.
Lodovico Pedroni, nato nel 1803 a Mergoscia nel Canton Ticino, offre un esempio di resilienza e ambizione, trasformando le avversità della sua infanzia in una storia di successo che lo porterà a costruire un impero commerciale in Inghilterra. La sua vita, marcata da tragici eventi familiari e da ingegnosi sforzi imprenditoriali, culminò in una serie di realizzazioni notevoli, tra cui una volta ritornato a Locarno-Muralto l’edificazione della Villa Liverpool nei pressi della futura stazione ferroviaria.
Dopo la prematura perdita della madre, Lodovico e i suoi fratelli si trasferirono dalla Valle Verzasca a Locarno in cerca di opportunità. Tuttavia, spinti dalla consuetudine e dalla povertà, si spostarono a Cannobio per lavorare come spazzacamini. In quella che si rivelò una lotta per la sopravvivenza, Lodovico fu l’unico dei fratelli a superare le sfide della povertà e della fame.
Il viaggio di Lodovico lo portò poi in Inghilterra, dove iniziò lavorando come aiutante di un venditore ambulante. Alla morte del suo datore, ereditò non solo una cassetta di aghi, fili, e merletti, ma un’intera opportunità di cambiare il corso della sua vita. Con astuzia e determinazione, arricchì il suo inventario con gioielli e bigiotteria, espandendo la sua attività fino a possedere un negozio a pieno titolo. Dallo spazio vendita, si addentrò anche nel mondo delle riparazioni, acquisendosi così la fiducia e il rispetto della clientela locale.
Ricco e rispettato, Lodovico decise di fare ritorno a Locarno, dove costruì la maestosa Villa Liverpool nel 1857. Questa dimora non era solo un simbolo del suo successo, ma divenne un punto di incontro per importanti personalità dell’epoca, inclusi politici, industriali e, sorprendentemente, anche eroi nazionali come Giuseppe Garibaldi.
Garibaldi rimase ospite di Lodovico Pedroni solo poche ore, dato che passò la notte nella maestosa casa dell’avvocato Modesto Rusca, padre dell’ingegnere Emilio Rusca. Garibaldi rimase a Locarno meno di 24 ore, dato che il mattino del giorno seguente fece ritorno in Italia.

In conclusione, la breve sosta di Garibaldi a Locarno nel 1862, sebbene minore in confronto ad altre sue iniziative, illustra la portata del suo impegno e il profondo impatto del suo carisma anche al di fuori dei confini italiani. Un evento unico che offre uno spaccato sul ruolo della Svizzera come santuario per i rivoluzionari dell’epoca del Risorgimento.