In occasione delle posa delle prime pietre d’inciampo nel Canton Ticino, presso il comune di Brissago, la Televisione Svizzera (SRF lingua tedesca) ha dedicato nell’ambito del loro programma SchweizAktuell un bel servizio. Realizzato con il contributo di Raphael Rues Insubrica Historica ha permesso di visitare anche la zona di confine dal quale la famiglia Gruenberger, poi respinta dalle autorità elvetiche era entrata nel Canton Ticino.
Abbiamo già scritto in precedenza sulla Famiglia Gruenberger. Il primo contributo è stato sul Blog del Museo Nazionale Svizzero. Dopodiché ci siamo spinti nella realizzazione del libro Respinti, pubblicato nel giugno 2024 e distribuito a Brissago durante la commemorazione della posa di quattro pietre d’inciampo per la famiglia Gruenberger.
Nel dicembre 1943, la famiglia Gruenberger, ebrei di Fiume (oggi Rijeka in Croazia), cerca rifugio in Svizzera dopo l’occupazione tedesca dell’Italia settentrionale. Giunti a Brissago il 17 dicembre, solo Edith, giovane e incinta di cinque mesi, ottiene il permesso di restare. Il resto della famiglia, respinto alla frontiera, viene catturato e deportato da Milano ad Auschwitz il 30 gennaio 1944.

La tragedia si consuma nel campo di sterminio, dove la maggior parte della famiglia perde la vita. Solo Egone, marito di Edith, riesce miracolosamente a sopravvivere. Il 19 febbraio 1944, dopo un’estenuante fuga, raggiunge finalmente la salvezza a Spruga, in territorio svizzero, ricongiungendosi con la moglie.

Questa vicenda rappresenta una delle tante storie di separazione forzata durante l’Olocausto, evidenziando come le politiche di respingimento alla frontiera svizzera abbiano spesso determinato il destino di intere famiglie. La sopravvivenza di Edith ed Egone, tra i pochi fortunati, rimane testimonianza della resilienza umana di fronte agli orrori della Shoah. CopyRetry