
Estratto di lettura, lettera di Egone Gruenberger alla mogle Edith, dopo esser riuscito al secondo tentativo di entrare ed essere ammesso in Svizzera. Clicca qui per scaricare il capitolo in formato pdf.
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L’occupazione tedesca del Nord Italia nel settembre 1943 travolge la famiglia ebrea Gruenberger domiciliata a Fiume (Italia), costringendola a fuggire. In un esodo disperato, i Gruenberger raggiungono infine Brissago il 17 dicembre 1943, ma solo la giovane Edith, incinta, ottiene il permesso di restare in Svizzera.

Gli altri quattro membri vengono respinti e subito catturati dai tedeschi. Il 30 gennaio 1944, da Milano, un treno merci li deporta al campo di sterminio di Auschwitz. Solo Egone, il marito di Edith, riesce a salvarsi, raggiungendo rocamboloscamente Spruga (in Valle Onsernone) il 19 febbraio 1944.

Questa storia è un esempio unico di resilienza, coraggio e speranza di fronte all’orrore della guerra. Nel giugno 2024, il “Gruppo per la Memoria a Brissago 1943-1945” unitamente al Municipio di Brissago ha commemorato la loro vicenda con una targa e quattro pietre d’inciampo.
Domande e risposte con Raphael Rues, autore di “Respinti: Il Dramma della Famiglia Gruenberger in Fuga, 1943-1944”.
Domanda: “Prima di tutto, potresti raccontarci cosa ti ha ispirato a scrivere questo libro e perché hai scelto di concentrarti sulla storia della famiglia Gruenberger durante l’occupazione tedesca del Nord Italia?”
Risposta: L’ispirazione per questa publicazione è stata l’incontro nel settembre 2023 con il “Gruppo per la Memoria a Brissago 1943-1945”. La loro intenzione di porre una targa e 4 pietre d’inciampo a Brissago mi ha subito affascinato. Conoscevo la storia dei Gruenberger dalla mia ricerca di Dottarato, e simili storie che avevo scritto nel passato sul mio Blog Insubrica Historica: Giulio Forti catturato alla frontiera di Brissago, oppure ancora la Famiglia Hasson a Craveggia. La Famiglia Gruenberger è eccezionale come storia, perchè riuniscce resilienza, perserveranza e anche una certa dote di fortuna.
Domanda: “Qual è stata la principale fonte di informazioni per la ricostruzione degli eventi narrati nel libro? Quanto è stato difficile reperire documentazione sulla fuga della famiglia Gruenberger e sulle loro vicissitudini?”
Risposta: Nella realizzazione di questo lavoro sono stato molto aiutato dal fatto che il “Gruppo per la Memoria a Brissago 1943-1945” ha deciso di organizzare per la giornata della memoria del 27 gennaio 2024 una conferenza a Brissago. Un evento che è stato un successo, con più di cento partecipanti. Fra gli interventi vi erano quelli degli amici storici Adriano Bazzocco e Marino Viganò. Una parte della documentazione in questo lavoro viene propio da loro. Un altra parte della documentazione proviene dall’Archivio Federale di Berna. Infine la stessa famiglia Gruenberger, in particolare la figlia Miriam di Edith e Egone mi hanno messo a disposizione ulteriori fotografie.
Domanda: “Edith emerge chiaramente come un punto focale della narrazione. Puoi descrivere il processo creativo che ti ha portato a delineare il suo personaggio e il suo percorso emotivo nel corso degli eventi?”
Risposta: Appunto Edith è un punto focale, ma non solo, dato che vi è la figura del giovane marito Egone. In sostanza vi è poco processo creativo, quanto narrata nella pubblicazione rispecchia completamente la realtà vissuta da entrambi. Per questo mi sono basato su due lettere, le quali sono state trascritte. Sono due racconti eccezzionali e multiforma. Sulla forma della Shoah durante la Repubblica Sociale Italiana, sulla macchina di sterminio dell’occupazione tedesca dopo il 8 settembre 1943 e infine su come la Svizzera tratta e accoglie i rifugiati, in particolare se ebrei.
Domanda: “Il coraggio, la speranza e la resilienza sono temi centrali nel tuo libro. Come hai lavorato per trasmettere queste qualità nel raccontare una storia così travagliata e dolorosa?”
Risposta: Deve concedere che il contenuto delle lettere di Edith ed Egone, oltre ai documenti di archivio sono testimonianze crude, che non mi hanno lasciato indenne. I dettagli di Egone su come gli ebrei vengono caricati a Milano su vagoni merci, sono particolari storici, che lasciano un profondo segno. È una storia quella riportata in questa pubblicazione che fà riflettere, non solo sull’aspetto positivo dell’umanità ma soprattutto su quanto di nefasto vi possa essere in tutti noi: dal respingimento, alla tortura o ancora alla burocrazia.
Domanda: “Qual è il messaggio principale che speri i lettori traggano dal tuo libro? E quale impatto credi che la storia della famiglia Gruenberger possa avere sulla comprensione contemporanea della storia del periodo 1943-1945?”
Risposta: Edith mostra innanzitutto come nonostante tutte le avversità vi sia sempre un bagliore di luce e di speranza. Questa luce dev’essere colta e usata per superare gli ostacoli posti dalla vita. Egone è un esempio di resilienza, nella classica definizione della parola. Quella capacità nella vita che si deve avere da una sconfitta di rimbalzare e sollevarsi con forza, superando addirittura lo stato iniziale. Sono elementi che marcano e che fanno vedere come nella vita di tutti i giorni, gli ostacoli possono essere superati, basta aver fede, innanzitutto in se stessi.
Edizioni Insubrica Historica
ISBN 9788831969093