Una storia avvincente di coraggio e resilienza in un periodo di oscurità. Settembre 1944, Cannobio (ora Provincia di Verbania, poi Provincia di Novara) a pochi chilometri dal confine svizzero. La guerra infuria in tutta Europa e l’occupazione nazista del Nord Italia getta un’ombra brutale. Due fratelli: Delfo (10.8.1929) e Luigi Bava (4.12.1921), giovani anime desiderose di libertà, intraprendono un pericoloso viaggio verso nord, cercando disperatamente di attraversare il confine con la Svizzera.
Non si tratta di una fuga ordinaria. “Un cappotto fuori stagione” mette a nudo la triste realtà della guerra di occupazione: Delfo e Luigi affrontano situazioni insidiose, sfuggono alla cattura da parte di soldati spietati e affrontano in prima persona il devastante costo umano del conflitto.
All’interno delle pagine avrete i seguenti contenuti:
- Una lotta disperata per la sopravvivenza: vivete la tensione della fuga di Delfo e Luigi mentre attraversano un terreno insidioso, affrontando la fame e sfuggendo alla cattura.
- Il crogiolo della guerra: assisti all’impatto devastante del conflitto su individui e comunità, condividi la resilienza dello spirito umano di fronte a difficoltà inimmaginabili.
- Metamorfosi e tensione emotiva: segui il viaggio dei fratelli Delfo e Luigi alla scoperta di loro stessi mentre gli incontri con persone straordinarie e situazioni disperate forgiano un carattere inflessibile.
- Più che una semplice storia di fuga, “Un paltò fuori stagione” testimonia il potere duraturo della speranza e dello spirito indomito nei momenti più bui. Quando i due fratelli raggiungono finalmente la Svizzera, il viaggio attraverso i campi d’internamento rivela una nuova serie di sfide e opportunità.
Questa è una storia che ti accompagnerà per molto tempo dopo l’ultima pagina.
Domande e risposte con Carlo Bava, autore di “Un paltò fuori stagione”.
D: Cosa ti ha ispirato a scrivere “Un paltò fuori stagione”?
R: La storia vissuta da mio padre (Delfo – all’anagrafe Delfino) e mio Zio (Luigi) si è presa un grande spazio nella mia vita. È una testimonianza di coraggio e resistenza dello spirito umano di fronte a difficoltà inimmaginabili. Amo raccontare storie per avvicinarmi alla Storia: ho scritto diversi racconti sul tema della guerra. Mi pareva giunto il momento di condividere questa vicenda con un pubblico più ampio ed esplorare i temi della resilienza, della sopravvivenza e dell’impatto duraturo della guerra su individui e comunità.
D: Come hai condotto le tue ricerche per il libro?
R: Sono stato molto aiutato dalla meticolosità svizzera. Entrambi i soggetti sono stati ampiamente interrogati. Innanzitutto, ho svolto una ricerca meticolosa sul contesto storico della guerra nella regione confinante con Locarno. Il fatto di essere stato attivo professionalmente per molti anni a Cannobio ha facilitato notevolmente la comprensione degli eventi. Ho avuto anche l’opportunità di consultare documenti storici d’archivio. Inoltre, grazie a Insubrica Historica, ho visitato i luoghi citati nel libro per comprendere meglio il paesaggio e le sfide affrontate da chi fuggiva per salvarsi la vita. La ricerca è stata completata con il materiale conservato presso l’Archivio federale di Berna.
D: “Un cappotto fuori stagione” è una storia vera?
R: La storia segue esattamente il percorso di mio padre e di mio zio. L’unico dettaglio tralasciato è il fatto che, entrati per la prima volta in Svizzera, vengono respinti dalle autorità elvetiche. Trascorrono tutto il mese di settembre nascosti in Valle Cannobina, a Spoccia, ancora “liberi”. Entrambi, però, sono costretti a fuggire nuovamente il 12 ottobre 1944 quando, dopo un viaggio di diversi giorni, vengono finalmente accolti dalle autorità svizzere e ticinesi. Il libro rimane un’opera di narrativa storica. Ho intrecciato dettagli reali con personaggi e narrazioni di fantasia per creare una storia avvincente e coinvolgente..
D: Quale messagio speri che i lettori traggano dal libro?
R: Spero che “Un paltò fuori stagione” ispiri i lettori con il suo messaggio di speranza e perseveranza. Ci ricorda come lo spirito umano possa resistere anche nei momenti più bui e come le esperienze strazianti possano trasformarci in individui più forti.
D: È previsto un seguito di “Un paltò fuori stagione”?
R: Al momento sono concentrato sulla promozione di “Un paltò fuori stagione”, ma entrambi i personaggi e le loro esperienze hanno lasciato un segno indelebile in me. È possibile che in futuro possa rivisitare le loro storie. Per il momento questo libro è un’“opera unica”.