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Una targa per non dimenticare: Gruppo Memoria unitamente a SUPSI onorano la memoria del personale dell’Ospedale La Carità Locarno

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Cerimonia commemorativa l’11 novembre 2025 presso la sede SUPSI di Locarno

Lunedì 11 novembre 2025, dalle ore 12:00 alle 13:00, presso l’Aula Magna della SUPSI di Locarno (Piazza San Francesco 16, stabile A), si terrà una significativa cerimonia di inaugurazione di una targa commemorativa in memoria delle persone che trovarono rifugio nel Locarnese tra il 1943 e il 1945 e in riconoscenza del personale dell’Ospedale La Carità che molte ne curò e salvò.

La cerimonia vedrà la partecipazione di rappresentanti del Governo cantonale, della Città di Locarno, del Gruppo Memoria 1943-1945, della SUPSI e dell’EOC, uniti nel ricordo di un capitolo cruciale ma poco conosciuto della storia locale.

Comandanti partigiani attivi in Ossola e dintorni, foto presa al momento dei festeggiamenti della Liberazione a Milano subito dopo il 25 aprile 1945. A sinistra il comandante della formazione Cesara Battisti di Cannobio, Armando Calzavara.

Un rifugio nella tempesta della guerra
Dopo l’armistizio italiano del settembre 1943, il nord Italia fu teatro di scontri tra partigiani e forze fasciste della Repubblica Sociale Italiana. A questa guerra civile si aggiunse l’occupazione del Nord Italia da parte dell’esercito tedesco, unitamente alla deportazione nei campi di concentramento e lavoro del Terzo Reich di almeno 700’000 soldati italiani.

Le bambine del pane bianco alla Televisione Svizzera

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In questo contesto drammatico, e soprattutto dopo la caduta della Zona Libera Ossola (più comunemente conosciuta come Repubblica Partigiana dell’Ossola) nell’ottobre 1944, l’Ospedale La Carità – che sorgeva in parte proprio dove oggi si trova la sede SUPSI – divenne un punto di riferimento fondamentale per l’assistenza umanitaria.

In giallo la regione dell’Ossola e Verbano al centro della Zona Libera Ossola, un effimera quanto importante Zona Libera partigiana.

Sotto la guida del Dr. Federico Andina e del Dr. Milo Careni, l’ospedale accolse e curò centinaia di feriti e malati che cercarono salvezza in Svizzera. Si stima che almeno 5.000 persone abbiano attraversato i confini del Locarnese nel periodo 1943-1945, molte delle quali necessitavano di cure mediche urgenti.

Andina, Federico. (Monaco di Baviera 1905 – Locarno 1985). Dottore chirurgo, nel 1943-1945 direttore Ospedale La Carità di Locarno. Nacque a Monaco da madre bavarese e padre Giovanni Andina. Compì gli studi universitari di medicina a Berna e Basilea. Divenne primario di chirurgia all’ospedale La Carità di Locarno. Durante il periodo 1943-1945 operò numerosi partigiani e contrabbandieri, salvando molte vite e riuscendo a evitare amputazioni che sarebbero state altrimenti inevitabili. Dopo il conflitto fondò la Società Svizzera di Chirurgia Plastica, di cui fu il primo presidente. Ritiratosi nel 1969, si dedicò alla pittura fino alla morte, avvenuta nel 1985. Lasciò tre figli: Alessandro, Cristina e Francesco.

Un capitolo dimenticato che rivive
“Di quel periodo sono rimasti solo pochi documenti”, spiega Gruppo Memoria 1943-1945 co-promotrice dell’evento, “e non sorprende quindi che questo capitolo della storia della città di Locarno sia stato quasi dimenticato. Ora, più di 80 anni dopo, è tempo di rendere omaggio a chi prestò soccorso e a chi lo ricevette.”

La targa commemorativa rappresenta un doveroso riconoscimento al personale sanitario che, in condizioni estremamente difficili e con risorse limitate, lavorò instancabilmente per salvare vite umane, dimostrando come le strutture sanitarie possano svolgere un ruolo cruciale non solo nella cura medica, ma anche nel preservare la dignità umana in tempi di conflitto.

Ospedale La Carità di Locarno in una fotografia attorno al 1950. Furono gli eredi Brofferio con una donazione alla fine del 1800 a permettere la creazione dell’Ospedale La Carità.

Programma della cerimonia
La cerimonia inizierà il 11.11.2025 alle ore 12:00 con gli interventi delle autorità presenti. Seguirà lo scoprimento della targa commemorativa e un momento di riflessione collettiva sul significato storico e umano di quegli eventi.
L’evento è aperto al pubblico e rappresenta un’importante occasione per la comunità locarnese di riscoprire e onorare una pagina significativa della propria storia.

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